tag:blogger.com,1999:blog-73752715934964825342024-03-05T11:25:18.995+01:00medusegiovanna d'angelomedusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-66018906323409013372010-03-04T16:51:00.004+01:002010-03-04T17:06:29.634+01:00Un giorno ad Istanbul in giro per Çukurcuma<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7hRJZq04fBusS7HyNsr1g2tVaCyYjRdlYXDOlR6DrwQIRcDW2OLcOcJ061UEVJPLk10QRv0Fht6EIqhcy7yd8l28C25PZLeXiUBaW3kz7h27so1uw5oUFvF_7MvXVOl6vN6cR3m__5OI/s1600-h/GetAttachment+cuk.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 266px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7hRJZq04fBusS7HyNsr1g2tVaCyYjRdlYXDOlR6DrwQIRcDW2OLcOcJ061UEVJPLk10QRv0Fht6EIqhcy7yd8l28C25PZLeXiUBaW3kz7h27so1uw5oUFvF_7MvXVOl6vN6cR3m__5OI/s400/GetAttachment+cuk.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444807492303016210" /></a><br />Perché Çukurcuma? Perché qui l’atmosfera è unica e imperdibile per chi si trova a passare per l’Istanbul europea di Beyoğlu.<br />Semplicemente camminare per le strade di questo micro quartiere è una piccola, rilassante esperienza da riportarsi in valigia tra i ricordi. Çukurcuma è piena di negozietti di antiquariato e di rigattieri che si fermano agli angoli delle strade con i loro carretti di legno sgangherati carichi di oggetti dimenticati. Qui un çay (il tè turco servito nei bicchierini a forma di tulipano) o un succo di melograno, sono deliziosi pretesti per indugiare con lo sguardo sull’andirivieni lento di queste strade cosmopolite, dove tante lingue si sovrappongo e dove donne interamente velate di nero s’incrociano con look metropolitani. Çukurcuma può offrire soste interessanti e inconsuete ai suoi visitatori, a condizione che si abbia voglia di passeggiare senza fretta e di curiosare. Tutto è concentrato in tre, quattro vie, Faik Paşa Sok., Turnacıbaşı Cad., Ağa Hamami Sok., Çukurcuma Cad. … e tutto è abbastanza silenzioso e calmo. Faik Paşa Sok., piena di antichi palazzi, si svela con discrezione. Nessuna vetrina o insegna, ad esempio, richiama l’attenzione su A La turca, una bellissima dimora su tre piani di fine Ottocento oggi trasformata in un elegante negozio d’antiquariato. Se ad accogliervi è il padrone di casa, Erkal Aksoy, esperto di tappeti e kilim, è possibile che vi offra un tè e una piacevole chiacchierata davanti al camino acceso, tra lo sfavillio di splendidi oggetti antichi. Quasi di fronte, merita una visita la galleria Nahide che raccoglie lavori di interessanti artisti turchi e dove è possibile trovare piccoli pezzi di design e di arredo. Più giù nella stessa strada è consigliabile per gli appassionati di fotografia visitare le esposizioni della Elipsis Gallery, che propone sempre autori internazionali e mostre di alto livello. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkBGnhTqzQOhtxozPeqGRyTsuqkw4RpoW2aHSC5doD_wZoUqJV1acwzwHCVY3sqNF7eEkkaZaZ3lCxv1SeFZa5bUnEjtYL1fJgLKuS24KZHsvIO8x3FKW2l6GPsDQcU0dM96BYDI2DmDs/s1600-h/scorcio+antiquario+.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 267px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkBGnhTqzQOhtxozPeqGRyTsuqkw4RpoW2aHSC5doD_wZoUqJV1acwzwHCVY3sqNF7eEkkaZaZ3lCxv1SeFZa5bUnEjtYL1fJgLKuS24KZHsvIO8x3FKW2l6GPsDQcU0dM96BYDI2DmDs/s400/scorcio+antiquario+.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444809217498701458" /></a><br />Ancora su Faik Paşa, un diverso mondo antiquario, esotico e asiatico, si dischiude da Moderntarih, dove la maggior parte di mobili, arredi e sculture proviene dalla Cina, dal Giappone, dall’India e dalla Turchia orientale.<br /> Se si vuole sorseggiare un çay, all’incrocio con Turnacıbaşı Sok., il Café 49 offre una calda atmosfera, cortesia e dell’ottima musica. Specchi, divani e tavolini sono in vendita con prezzi visibili nel menu! Da dietro le vetrate si vede scorrere la vita quotidiana di questo quartiere con i suoi venditori ambulanti, gli artisti che qui hanno scelto di vivere, i ragazzi che tornano da scuola... Appena fuori è imperdibile per i nostalgici degli anni Settanta, Müstamel Eşya evi, un negozietto di modernariato interamente dedicato a mobili e complementi d’arredo dei mitici Seventies e dintorni. Per chi vuole poi continuare il giro all’inseguimento di memorie perdute, proprio di fronte, De Form Muzik, propone una grande varietà di dischi in vinile da collezione. A pochi passi, all’angolo, superato l’incrocio con Faik Paşa, da quelle che sembrano semplicemente le grandi finestre di un’abitazione si scorgono invece gli interni del raffinato negozio d’antiquariato di Ayşe Orberk: tre piani di arredi, lumi, tessuti di gran classe, esposti in un’ atmosfera avvolgente. Splendide composizioni di fiori, bacche, pigne e melograni incantano dalle vetrine chi passa. In cima al negozio, da una terrazza su cui riposano le pance di antiche giare turche, si gode di una bella vista sulle stradine di Çukurcuma. <br />Continuando il giro, se non si vuole rinunciare al rilassante piacere di un bagno turco, il Tarihi Ağa Hamamı è un piccolo hammam tradizionale di quartiere del XV sec., misto (cioè con un’unica sala per gli uomini e le donne).<br /> Nella vicina Altıpatlar Sok. è interessante entrare nel negozio di Leyla traboccante di tessuti ottomani, autentici kaftani d’epoca, antiche stoffe ricamate, scialli, cuscini e merletti d’antan. Da Inbak, nella stressa strada, si trovano invece begli utensili artigianali in legno d’ulivo (taglieri, mortai, mestoli, ciotole) provenienti dalla costa egea, dell’olio d’oliva di buona qualità, saponi naturali, miele e conserve. Da provare, nella parte superiore del locale adibita a bar, la spremuta fresca di mandarino.<br /> Sotto la moschea verde, la Firuzağa camii, c’è sempre tutto un brulicare di gente nei tavolini all’aperto dove si va a prendere il tè o a gustare la pide (una sorta di pizza turca). I tantissimi stranieri che bazzicano la zona non sono turisti, ma abitanti del quartiere che hanno fatto di quest’angolo il loro punto d’incontro. Prima di lasciare Çukurcuma vale la pena concedersi un ultima sosta al Cezayir (Hayriye Caddesi), accogliente e chic bar-ristorante, all’interno di uno storico edificio un tempo di proprietà italiana, con una splendida zona giardino aperta in estate e ambienti davvero molto cool!medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-67294448866415076112010-03-04T16:36:00.004+01:002010-03-04T16:49:53.515+01:00Nei pressi della torre di Galata. IstanbulLa discesa per la strada dei musicisti verso Galata è piacevole o perché qualcuno prova uno strumento da comprare e allora si sentono i ritmi di tamburi o le corde di un liuto turco, o per i banchetti di frutta multicolore in fondo alla via, vivaci, freschi e invitanti. Prima di lasciare la Galip Dede Caddesi, è bene fermarsi qualche minuto per bere un succo misto (karıscık) d’arancia e melograno appena spremuti. A questo punto, invece di cedere alla tentazione di raggiungere subito la Torre di Galata, è davvero consigliabile andare alla scoperta della Serdarı Ekrem Sokak, la prima traversa a destra dell’incrocio. In questa che apparentemente è una strada come tante altre, dopo aver percorso pochi metri, si comincia a cogliere un’atmosfera speciale. Qui, infatti, stanno scegliendo di stabilirsi tanti creativi di Istanbul che hanno apprezzato l’anima un po’ appartata di questo luogo nonostante la vitalizzante e benefica vicinanza alla Torre. Il carattere ibrido e le energie di molti giovani talenti che qui continuano ad aprire studi, atelier, gallerie, fanno di Serdarı Ekrem Sokak un vivaio della città soprattutto relativamente al design e alla moda. Lunapark (17/b) è uno studio di progettazione di design rivolto soprattutto agli addetti ai lavori. Decisamente più accattivante per chi si trova a passare è invece il Building, riuscito incrocio tra una galleria d’arte, un bar-ristorante e un fashion-store.<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH5G-DeR9yKT028UQwsLxh4gADyrcQSn1XMYYgr3TaFgoNtvnr2TEoidik5bNmI8YH732q1WGHIUs-XrYpdUaMG6Z67G21iR0rjIssQvSB_9iGyeq1DoJyccw9i24bWD6JeUwagSQ0m9k/s1600-h/GetAttachment+2.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 266px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH5G-DeR9yKT028UQwsLxh4gADyrcQSn1XMYYgr3TaFgoNtvnr2TEoidik5bNmI8YH732q1WGHIUs-XrYpdUaMG6Z67G21iR0rjIssQvSB_9iGyeq1DoJyccw9i24bWD6JeUwagSQ0m9k/s400/GetAttachment+2.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444804734360935314" /></a><br /> Le esposizioni proposte sono interessanti, soprattutto quelle fotografiche. Nei grandi tavoli centrali è possibile mangiare, bere, lavorare al computer e la scelta di cocktail è ampia. In fondo al locale si apre una sezione dedicata alla moda: dodici stand, ognuno di un giovane fashion designer turco oltre a un’esposizione di stravaganti scarpe di Zeynep Duyğulu e una proposta di singolari collari in cuoio per cani e gatti straviziati.<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho52TixfmCX8qI43xElJuufNuhhyhXKiQandomOvPJGgYX4AKlvEKCGuluCPtK0p5wVPAqZn7stX0mI3KM0x98h3PS8tLoVUFu5WBM-0AHHNUj1axXecapFjqtlJPYT9xZh_4S5r2W1pI/s1600-h/GetAttachment+1.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 266px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho52TixfmCX8qI43xElJuufNuhhyhXKiQandomOvPJGgYX4AKlvEKCGuluCPtK0p5wVPAqZn7stX0mI3KM0x98h3PS8tLoVUFu5WBM-0AHHNUj1axXecapFjqtlJPYT9xZh_4S5r2W1pI/s400/GetAttachment+1.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444803490989011410" /></a><br />Serdarı Ekrem Sokak, per ciò che concerne la moda, si sta configurando deliberatamente come luogo contrapposto a Nişantaşı, il distretto di Istanbul delle grandi firme internazionali.<br /> In quest’angolo nascosto all’ombra propiziatoria della Torre di Galata, hanno infatti deciso di aprire i loro negozi giovani ma già apprezzate stiliste turche come Bahar Korçan e Simay Bülbül ( le creazioni di quest’ultima nascono da originali mescolanze di sete e leggeri trafori di cuoio). <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp1o6h8bnVHzAV3kUsMQ7TkBEfjKX_hiMwbT_IwVegf6kl4RiSrqGU2QtPrW1Pef_ia6oPpZyxmuMXjKZsPID6e7niGxxP0oL08xaUbXhpOCSgMtfC5N1svDYsyzPU8w_cmvSCVqpJkv8/s1600-h/vestiti_appesi+m.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp1o6h8bnVHzAV3kUsMQ7TkBEfjKX_hiMwbT_IwVegf6kl4RiSrqGU2QtPrW1Pef_ia6oPpZyxmuMXjKZsPID6e7niGxxP0oL08xaUbXhpOCSgMtfC5N1svDYsyzPU8w_cmvSCVqpJkv8/s400/vestiti_appesi+m.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444805310161805218" /></a><br />Ma Serdarı Ekrem Sokak mantiene ancora un’identità sospesa tra un futuro promettente e l’anonimato di un passato che non è del tutto alle spalle, così accanto ai nuovi moderni locali, curatissimi nei dettagli, resiste ancora la bottega di qualche artigiano che lavora il rame o intaglia il legno e molti bei palazzi antichi attendono di essere ristrutturati. Qui si incontrano il laboratorio di ceramiche di Sadullah Çekmece dove si reinventano i tradizionali motivi di Iznik e Kütahya ed accanto il negozio di mobili vintage Stok 60/70. Proseguendo oltre si raggiunge la suggestiva Chiesa ottocentesca di Crimea e proprio davanti, dall’altra parte della strada, si trova la piccola deliziosa liuteria di Şeyda Hacızade, con corolle di ortensie secche che pendono dai vetri, una maschera veneziana alla parete e altri souvenirs d’Italie ( Şeyda ha studiato scenografia a Venezia e parla perfettamente italiano). Rifacendo il percorso a ritroso in direzione della Torre ci si può fermare a prendere un tè da Mavra, caffè che offre un’ atmosfera avvolgente, buona musica e vari gadget fumettistici da acquistare.<br />Raggiunta e ammirata la Torre di Galata, a destra nella piccola Kule Çıkmazı Sok. da Hammam si possono trovare degli ottimi teli da bagno in cotone, lino e bambù, ciotole di rame e saponi naturali ad ottimi prezzi. Attorniando la Torre scendendo per la Kuledibi Camekan Sok. vari negozietti possono incuriosire, ma l’unico in cui valga la pena di fare acquisti è Lalay che offre una buona scelta di biancheria per la casa rigorosamente made in Turkey. A questo punto ci si è meritati un aperitivo (analcolico!) sulla terrazza di Konak, con vista mozzafiato su Bosforo, Isole dei Principi, Corno d’oro e naturalmente sulla Torre di Galata corteggiata come sempre, al tramonto, dai voli incrociati dei gabbiani.medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-76653846015882099852009-12-07T10:44:00.009+01:002009-12-08T10:21:57.503+01:00Le streghe e le fate di umit unal<img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412430804512896850" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwNLvFyvMlAjH0u5mJfM1GMoaPPUQJxVrxXmQ_b33eUaTCIjp4Frz-bmjp4phkYRGAAc2-T7wrjV1KZWptGzLHR-NTWzRK2bS8n-U-wJc-tMJhrjNvp28_VYuUydfvHgyp9-mM0b4rBNY/s400/umit+unal+028+r+m+.jpg" /><br /><div><div><div><div>Non è raro che entrando da Doors, il negozio atelier di Ümit Ünal ad Istanbul (Tünel, Ensiz Sokak, 1B), la musica sia quella degli Antony and the Johnsons.<br />I suoi abiti sembrano creati per donne sospese in un aura magica, un po’ streghe e un po’ fate. Ma Ümit smentisce subito. La sua moda insegue la vita. La magia è nella vita e non al di fuori di essa, è nelle lacrime, nella musica, nei veri amori, nel destino (per una delle sue collezioni si è ispirato alle Moire). La magia è nella bellezza che travalica l’esteriorità per comprendere la profondità della mente e le passioni del cuore. Anche Antony, dice, alludendo alla musica che scorre mentre parliamo, è la magia della vita. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrO9Pr7XE_LfyHYylMkx36fE8EDknsKYXVCqR8l6Fr8w9yqM68PNphTV7nGZ3ZJFDixJgdEdErH0No7w-BGu3G1pWkSyUxYI_wadqDlUIzHlW_nZPWsF8mGwV8ozMWpcbZrKOjfA87QSU/s1600-h/umit+unal+016+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 134px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412431194655319218" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrO9Pr7XE_LfyHYylMkx36fE8EDknsKYXVCqR8l6Fr8w9yqM68PNphTV7nGZ3ZJFDixJgdEdErH0No7w-BGu3G1pWkSyUxYI_wadqDlUIzHlW_nZPWsF8mGwV8ozMWpcbZrKOjfA87QSU/s200/umit+unal+016+r+m+.jpg" /></a><br />Così, i tocchi fatati dei suoi abiti non aspirano al sogno, ma emergono dalla realtà vissuta. Ümit Ünal ama i segni sedimentati nelle cose e cerca di trasporli nella sua moda. Fashion designer? <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDWrq7XcSNUCtaCWnwVtI2OXbuahn0fwTz2gXLHq4z4mV_NeHfD4cMpD7vAXGLWeLCdtUM9PJP6vCUG0QhbF17EDMEywE5iTrYtdk3y5bvlAIGN5a83Abe54HTV_bGJ2-ntrvdqMwFOCc/s1600-h/umit+unal+003+r+m+.jpg"></a>Preferisce definirsi un archeologo alla ricerca di dettagli del passato, di materiali vintage, di colori spenti, polverosi, dimenticati… Non a caso l’ultima collezione è stata ispirata alla comunità Amish della Pennsylvania il cui stile di vita è fermo a fine Ottocento.<br />Ümit Ünal ha cominciato a scrivere le sue lettere di fili cuciti sulla stoffa all’età di otto anni accanto al padre al lavoro. Lo fa ancora oggi lasciando sui suoi abiti le tracce del mestiere, con le cuciture delle imbastiture svolazzanti. È il suo modo di comunicare. In una realtà in cui tutto è prodotto e consumato rapidamente, spera che i suoi abiti realizzati <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB8zbmoErconTUFA-yHKH3YeRo6WRvvT1q3FsvibomyT7u1rGNM_bUDPOmzvBAni-CAOJSLeVzXWRKp9JQvayPXqnAW5hOojCRn9dCZrkoWO7HDXvMGRTtKxKWmcJA1vFiE1E7clRY1WM/s1600-h/umit+unal+003+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412432902621792562" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB8zbmoErconTUFA-yHKH3YeRo6WRvvT1q3FsvibomyT7u1rGNM_bUDPOmzvBAni-CAOJSLeVzXWRKp9JQvayPXqnAW5hOojCRn9dCZrkoWO7HDXvMGRTtKxKWmcJA1vFiE1E7clRY1WM/s400/umit+unal+003+r+m+.jpg" /></a>per il prêt-à-porter con la lunga cura propria dell’haute couture, aiutino a recuperare e ad assecondare il tempo della lentezza, l’unico che per Ümit conduce verso ciò che è vero e profondo. Alle pareti di Doors, sotto le grucce dei vestiti, lascia i suoi splendidi disegni e piccoli messaggi a chi legge. Su un grande tavolo, melograni, pane, pere, piccoli fiori parlano di una vita quotidiana che per Ümit, scorre lì, in quel luogo, nell’abbraccio di un lungo amore consolidato dalla conoscenza reciproca. Con lui lavora, infatti, una piccola comunità di talenti costituita da familiari e cari amici. Al piano di sotto c’è la loro cucina. Doors, è per Ümit un luogo le cui porte devono aprirsi perché tutto possa scorrere e arrivare al cuore della gente.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-xPzJqu2KZVn2Y82BQmYpuOJ7O1NmkgxzEDlBeapnrJJJ10q6aU52fMdhp14xt5FT311RitRULtX8cvzxxMc_EKW8MZuRtmN1Lo2yjO96VnGqmdvfrVoTwhDX-gt1yStctYq3mRhCx5s/s1600-h/umit+unal+021+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412430584409314434" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-xPzJqu2KZVn2Y82BQmYpuOJ7O1NmkgxzEDlBeapnrJJJ10q6aU52fMdhp14xt5FT311RitRULtX8cvzxxMc_EKW8MZuRtmN1Lo2yjO96VnGqmdvfrVoTwhDX-gt1yStctYq3mRhCx5s/s200/umit+unal+021+r+m+.jpg" /></a> Per lui i luoghi sono importanti. Riconosce che la sua moda, spesso così modernamente metropolitana, ha un’anima istanbuliota. Istanbul è una città che corre verso il futuro, ma il suo enorme carico di passato piega gli opposti a unirsi e a convivere. Allo stesso modo le forme innovative delle sue creazioni si vestono di vecchi colori. E poi continuano ad andare. Quando per strada incontra una donna con addosso un suo vestito, seduta al tavolo di un bar a sorseggiare un tè, in quel momento sente il successo del suo lavoro, perché un suo abito è veramente entrato nella vita, come una cosa qualunque, come un sorriso, del cibo, un soffio di vento…</div><div><span style="color:#ffffff;">umit unal doors antony an the johnsons fashion design istanbul turkey shopping tunel giovanna d'angelo moda design istanbul travel viaggi </span></div></div></div></div><br />(<em>La gazzetta di Istanbul</em>, Anno XVII, novembre 2009, n. 11)medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-73456066961383963342009-09-24T20:45:00.015+02:002010-01-13T20:21:25.733+01:00I giardini segreti di Palmira in Siria<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheyF03qs0RnClDzrH6sQ3d76Mb0IM8CLThbPKLDm6mPAncfgncxog1wHMOlvM-JhNwsu0iHSI1MiRQpnLrjlI4QXYXhUXge_0wlCyuXMikpZhQB9zZw6kFKKmHnOrQIsjIpV83HKsS7XI/s1600-h/palmira+tempio+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385108122199799010" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheyF03qs0RnClDzrH6sQ3d76Mb0IM8CLThbPKLDm6mPAncfgncxog1wHMOlvM-JhNwsu0iHSI1MiRQpnLrjlI4QXYXhUXge_0wlCyuXMikpZhQB9zZw6kFKKmHnOrQIsjIpV83HKsS7XI/s400/palmira+tempio+r+m+.jpg" /></a><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div><br />Certo quando si arriva a Palmira, l’impatto con le sue meraviglie archeologiche, con le sue colonne, con i suoi templi che affiorano piantati da millenni nel mezzo del deserto siriano, con la stessa superbia della loro regina Zenobia, si è appagati al punto da lasciare il verde scuro e fermo dei palmeti poco oltre, solo come sfondo esotico di tanta bellezza. Invece l’oasi di Palmira è un’esperienza in sé.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4F7q4AZ4vHfnoxU-hQOjfSG7lqJ9s9Tfo0THm6RNFEyGN3r73jZsYNOfHMubnItRJj7wNoDpEUHdymaGFULFbCJaqp62wcrI-VkuM_RbTX7iegq_WZ1PRDCsY6jnsuB0shkHsTVdgtFw/s1600-h/oasi+incontro+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385108965835034898" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4F7q4AZ4vHfnoxU-hQOjfSG7lqJ9s9Tfo0THm6RNFEyGN3r73jZsYNOfHMubnItRJj7wNoDpEUHdymaGFULFbCJaqp62wcrI-VkuM_RbTX7iegq_WZ1PRDCsY6jnsuB0shkHsTVdgtFw/s400/oasi+incontro+r+m+.jpg" /></a> E comunque già il vedere i templi da dietro gli alti ombrelli delle palme merita l’allungarsi in una passeggiata tra i muri di pietra e fango che nascondo i segreti giardini dell’oasi. Kahtan, mi saluta mentre guardo i rami carichi di melograni acerbi che si piegano fuori dagli orli dei muri e ci invita nel suo giardino. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQhgv3Qbuobv3NqkSOS5RQErShhYbm02Ah6Kl6z7Du7WI5mI2eiGXoHlwg9m4wdts_YLGeTq0haBGhAGc6sOZJ8Ci_Hy0vqzjUkS8nKulQ56_I5vze1T0u-73GAcOoUsoM_TUu7MheEFI/s1600-h/oasi+preparazione+t%C3%A8+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 200px; FLOAT: right; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385109474114911266" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQhgv3Qbuobv3NqkSOS5RQErShhYbm02Ah6Kl6z7Du7WI5mI2eiGXoHlwg9m4wdts_YLGeTq0haBGhAGc6sOZJ8Ci_Hy0vqzjUkS8nKulQ56_I5vze1T0u-73GAcOoUsoM_TUu7MheEFI/s200/oasi+preparazione+t%C3%A8+r+m+.jpg" /></a>Non immaginavo che nell’oasi ci fossero tanti diversi giardini e in effetti sono nascosti alla vista di chi passa, per questo è necessario un invito. Ci accomodiamo all’ombra di una larga tettoia di tronchi e di rami di palme secche. Kahtan accende un fuoco per il tè alla cannella, poi si siede con noi e ci porta delle olive e un delizioso sciroppo di datteri. Ci spiega che l’acqua della falda viene erogata a turno in ogni giardino attraverso un sistema di canali che scorrono lungo i muri di cinta e poi ci mostra le sue piante.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYERO67htKD9aEcGiC0Ekprmk5myd1GCYlDR_GsOG3XpqZBNvdozF0ZqKFkdyEHdqjl70Hvqsz3XTJ9mrF55kwgttHv5_bvk-4YXZcaTamZBEaSjxFDNeW7Qmvyvjnd-TsxtsmmOVQs4o/s1600-h/melograni+muro+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385108412648898834" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYERO67htKD9aEcGiC0Ekprmk5myd1GCYlDR_GsOG3XpqZBNvdozF0ZqKFkdyEHdqjl70Hvqsz3XTJ9mrF55kwgttHv5_bvk-4YXZcaTamZBEaSjxFDNeW7Qmvyvjnd-TsxtsmmOVQs4o/s200/melograni+muro+r+m+.jpg" /></a> Le palme, prima di tutto, tante, in alto, lì a raccogliere il sole più duro e a dare datteri e ombra. Poi, sotto, gli ulivi, larghi su una terra chiara indistinguibile dalla sabbia, e i melograni che fuggono festosi dalle recinzioni. In basso, delle tenere piante di cotone appena germogliate. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKqvb6Tdm4kGITS8rybGdfw_6vjkvF6iZR991yTAHkYQ7WVO8Mj3DvWzgykyq8jRUqVhIuJAiBcqf1uTw7d49s-XoQVWWF0_DaRJkCSvfVYDF5ew7dxFEbT3mUTjoFAMxFbLgwgnyOmnI/s1600-h/sciroppo+di+datteri+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385109195481369506" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKqvb6Tdm4kGITS8rybGdfw_6vjkvF6iZR991yTAHkYQ7WVO8Mj3DvWzgykyq8jRUqVhIuJAiBcqf1uTw7d49s-XoQVWWF0_DaRJkCSvfVYDF5ew7dxFEbT3mUTjoFAMxFbLgwgnyOmnI/s400/sciroppo+di+datteri+r+m+.jpg" /></a>Il tè è pronto. I bicchierini di vetro sono sistemati su un tronco di palma che fa da tavolino. Anche i datteri sono dolcissimi. Kahtan tira fuori una sorta di taccuino dove annota in caratteri arabi la pronuncia di alcune parole nelle lingue di chi viene a trovarlo, in modo da memorizzarne il suono. In genere sono tedeschi o inglesi quelli che si avventurano tra i sentieri dell’oasi. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWJYDK_dw7RXCHEoqpsrglKdcAZ-wL6UzU_RsbkUb3HoIUNtTm_H3FETENyPmAL7-wIjESQlz4U7LWDidziZeCBoSkIPNm2RAoTVWLaMehOM8j2JSX_PgpvwqhNNXlY8KJCTxlr2YZmSM/s1600-h/t%C3%A8+alla+cannella+e+olive+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385109757468109426" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWJYDK_dw7RXCHEoqpsrglKdcAZ-wL6UzU_RsbkUb3HoIUNtTm_H3FETENyPmAL7-wIjESQlz4U7LWDidziZeCBoSkIPNm2RAoTVWLaMehOM8j2JSX_PgpvwqhNNXlY8KJCTxlr2YZmSM/s200/t%C3%A8+alla+cannella+e+olive+r+m+.jpg" /></a>Ci serve ancora del tè e apre un bel libro francese sulla Siria in cui c’è una sua foto nel capitolo <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHK1Cd1wmbQE-kcEcA52pJpvOIVY2k1-QRQ3j2RgZZ703hJIjzAVULc2nP3BJWD3hfZA0KIRsNFWyJg7kTMdr3e1eDDR6UtMUMOKWXG3rH0OgfiC3Ntu5QzWdXbuz9eZUZg9VG9HXgK20/s1600-h/kahtan+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 200px; FLOAT: right; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385108627319024786" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHK1Cd1wmbQE-kcEcA52pJpvOIVY2k1-QRQ3j2RgZZ703hJIjzAVULc2nP3BJWD3hfZA0KIRsNFWyJg7kTMdr3e1eDDR6UtMUMOKWXG3rH0OgfiC3Ntu5QzWdXbuz9eZUZg9VG9HXgK20/s200/kahtan+r.jpg" /></a>dedicato a Palmira: <em>Palmyre. Le Bédouin Kahtan et la palmeraie</em>. Quando andiamo via dal suo giardino, portiamo con noi un piccolo pacco con i datteri di quel pezzo di oasi e, negli occhi, i gesti eleganti di Kahtan, flessuoso nella sua tunica chiara, con la sua kefiah rossa dietro i rami degli ulivi. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq6IhM17CaIbNI84vkBvLBBSQlZLQQhrBR9ZEA7mxf_XhJp9Ic8IzRQFS54SpgkT5OUqOYR7ihRbGkAEmuSJ3dxLqrZ2U6y_GLNV2ZSOc93-xEo5VbawASLwXfBrbqbxhCmwILgiGCh9w/s1600-h/oasi+sfodo+ulivi+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5385107820883066034" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq6IhM17CaIbNI84vkBvLBBSQlZLQQhrBR9ZEA7mxf_XhJp9Ic8IzRQFS54SpgkT5OUqOYR7ihRbGkAEmuSJ3dxLqrZ2U6y_GLNV2ZSOc93-xEo5VbawASLwXfBrbqbxhCmwILgiGCh9w/s400/oasi+sfodo+ulivi+r.jpg" /></a></div></div>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-41831033329042837862009-09-21T09:46:00.000+02:002009-10-14T11:56:14.114+02:00Le maioliche Ceart: l'unicità dell'imperfezione<img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5368611354191325794" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZxFD09nZ5pF8ziFLoPiHE4f0xs1MazEaROo8eR39rAk_JoTqTRm-YS3NWiQ1l8LWyZzzLLj17IByUgAbhWIQSEYvXfEDQrZQk-kOl3CVKkUqVNAi1Qt3dsXQa4MIvUI58gZ1hoPZcNFU/s400/cupole+ceart+r.jpg" /> Salvatore Messina qualche anno fa ha scelto di aprire il suo laboratorio di ceramica (Ceart) in una stradina un po’ defilata del borgo medievale di Erice. Per prima cosa c’è l’amore per la materia, per la terra lavorata con le mani, per i pigmenti di colore che aprono vie impreviste ai giochi cromatici dopo la cottura. Spesso la creta è quella impura usata nelle prime ceramiche preistoriche che Salvatore ha ritrovato attraverso i suoi studi di archeologia navale. L’osservazione del vasellame più antico gli ha confermato il suo amore per l’imperfetto. Ha ripreso l’antichissima tecnica di lavorazione della creta senza il tornio, ottenendo forme meno precise, ma più amate per le loro curve inquiete. <img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5368618250775575378" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlp3dejdiVXx14tVFSCwnpzr1wuQyKhSuoo2-HnMRBkGYSfOgyMpwO5HqOdRapDdzBCxICVXQs97FNzd1jy8_677AXB2orduAJmh3W9Ofrgqlx56wwGN14AnIdJVz6fhxCGndENas9GnY/s400/campanile+ceart+r+.jpg" />A ciò è arrivato passando anche attraverso lo studio del design. Il contatto con l’oggetto perfetto nella forma e la sua potenzialità seriale, lo hanno portato per contrasto, a valorizzare nelle sue maioliche l’unicità di ciò che è irregolare, impreciso, irripetibile. Nel suo lavoro lascia sempre un ampio margine di sperimentazione in cui, nonostante la conoscenza della tecnica, c’è lo spazio prezioso del fortuito, del casuale, dell’inatteso. L’effetto imprevedibile può far risplendere gli smalti di luminescenze e di sfumature tanto più preziose perché inaspettate, mentre i piccoli fallimenti consolidano l’esperienza nel trattare la materia. Nell’azzurro, nel verde, nel bianco, nel giallo passano le suggestioni della sua Sicilia e di Erice in particolare. Grandi cupole, pesci panciuti, acquasantiere, candelabri… le forme sono esagerate, traboccanti di virgole di creta, straripanti di decori e di smalti.<img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5368615761413263666" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8uJ3MbPQb8-CcO6r6rOudeBmTOISiMZ8m8ljzLyofpzp3NfksDMS7mVypr89yzQUgDe_uw4QTYO-vZrdTZqqGJMqecFubSBQ7YRusv_GIJMzG0NC4uVAps2NU27pQC2yvvHUS1KxS7HU/s400/pesci+ceart+r.jpg" /> E’ immediato il richiamo al Barocco, ma l’intenzione dichiarata è invece quella di recuperare le deformità del Romanico, delle figure fantastiche e mostruose a guardia delle cattedrali. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk7A17xBeLLd1IqSu_ff0ICiYb8s61Ji8QRCdjtp_ffInH83JH9mg95XP4zh9IiTbwRyvu-M0ZcG6F4Jk_X0cZG1O040H-Ujfg4wnzmPiCynUTkZwI6W8hNAnmmLR1hdaAltS8E4WRGZ4/s1600-h/pesci+ceart+r.jpg"></a>E così i pesci smaltati di verde, gonfi e larghi, si trasformano in paurosi draghi medievali… Le piccole acquasantiere richiamano le atmosfere intime delle chiese di Erice, i fonti battesimali di marmo, ma per Salvatore, oltre che forme di un’antica tradizione, sono richiami alla sua fede e hanno per lui un alto valore simbolico. <img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5368612732709147890" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh90wraWCJunVrpB-tXGtva2vfTfWY62hGkxAD1OYjJPGxVLLJqMQd-TUY1mjq1kNZG8FT3IUAF7vUF51qBzoo8V41h7rngzVGBTE-bmoFo5KnESuS6Z2XAIORnCofZJYdHwK2kp2g49Oc/s400/acquasantiere+ceart+r.jpg" />Così anche le icone dipinte nella sua bottega, che riprendono la tradizione greco-ortodossa della sua famiglia materna, di origine croata.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP-q6u6OtPA3jClR2ECdEttrLys-NmzYd3uab47yHeu88xytGB912whS6D6KltitzCatcMXbz4OrT2s4T7Du8zr_k8oyCkD51sQ95FR_3KKrXLXqHfryKBo8Ek8zOqWDuSD1p4t4dQE84/s1600-h/ceart+acquasantiere+r.jpg"></a> E poi le grandi cupole di maiolica e i campanili spiati ogni giorno sullo sfondo azzurro del cielo o tra le veloci nebbie di Erice e le splendide collane <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnmuYYPdyyQzHHIgL17dR5JUZwwce6Mfnshq1-0Ge6da4UDPcysQE3NZjnV4jYS79DEw3PK5AhZu7zsUtmH17EALesTJ105gozUyvs7SBavpKHHOvOKAaRSO9DfaDh67LYTKbWo2K71ZE/s1600-h/collana+verde+ceart.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5368612175725353858" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnmuYYPdyyQzHHIgL17dR5JUZwwce6Mfnshq1-0Ge6da4UDPcysQE3NZjnV4jYS79DEw3PK5AhZu7zsUtmH17EALesTJ105gozUyvs7SBavpKHHOvOKAaRSO9DfaDh67LYTKbWo2K71ZE/s200/collana+verde+ceart.jpg" /></a>di ceramica che richiamano i millenari monili di epoca fenicia ritrovati nella vicina isola di Mozia... Ognuno di questi oggetti d’arte vive di innumerevoli scaglie, volute, torciglioni, squame, tra cromatismi forti e nello stesso tempo indefiniti che a tratti scivolano lasciando trasparire la nudità dura della creta, la materia primigenia, i pigmenti e la terra che sono trasformati in altro dalla sapienza delle mani, dall’amore per la sperimentazione e dall’irripetibilità del caso.<br /><span style="color:#ffffff;">Erice, Sicilia, Sicily, travel, ceramica artistica, maiolica, Mozia, Trapani, handmade, design, mediterraneo, savoir-faire, artigianato, shopping, crafts, tipical pottery, raku, acquasantiera, barocco, appartamento del gelsomino</span>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-29082964014893079602009-09-20T17:06:00.002+02:002009-12-08T10:24:54.068+01:00Il cuore verde di Aleppo ( sul sapone di Aleppo )<img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; FLOAT: left; HEIGHT: 240px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363899381723422578" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1bhg8CjvOUkROmcZv7zIZT5mWqaezZC7iBMBoH-Yui2VgBQeOUmV95SrwKPsUJE4asqDa0pD85ycFqgvE7Qn8DGw61OC0-92dAPOjoiuTEVJx-r4kinbotTZS_Dzz8LrSxjfNzRfhNQc/s320/aleppo+sabuni+003+r.jpg" />Giunti ad Aleppo, uno dei piaceri della sosta in questa città millenaria è andare alla ricerca nei suoi leggendari souk del famoso sapone profumato d’alloro. L’origine della produzione del sapone d’Aleppo si perde davvero nella notte dei tempi, ma è intorno al IX sec. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkInd5yxvPIMw_1xE3BNnXZIpaxekQC4oUj_ig8U1eEoZSH_cTaOO1z4zB-L21OKouZRFKtlwsGN0AfYGNLQ510uzIwwM2aompXdn2ienQDT_HkFapZhPK0adlOpBSjKF033D1FWQBA_0/s1600-h/sapone+di+aleppo+scritta+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363902680016152434" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkInd5yxvPIMw_1xE3BNnXZIpaxekQC4oUj_ig8U1eEoZSH_cTaOO1z4zB-L21OKouZRFKtlwsGN0AfYGNLQ510uzIwwM2aompXdn2ienQDT_HkFapZhPK0adlOpBSjKF033D1FWQBA_0/s200/sapone+di+aleppo+scritta+r.jpg" /></a>che se ne conosce, attraverso lo slancio dei commerci arabi, una prima grande diffusione in ambito mediterraneo. Approda anche nel sud della Francia e a Marsiglia se ne farà una versione che prevede però l’utilizzo del solo olio d’oliva.<br />Il rituale della lavorazione del sapone d’Aleppo si perpetua immutato ancora oggi da molti secoli.<br />Si ottiene unicamente da quattro ingredienti naturali: l’olio proveniente dagli estesi e floridi uliveti siriani, acqua, soda e olio di bacche di alloro raccolte nella regione intorno ad Aleppo. Nessun additivo aggiunto, nessun profumo o colorante artificiale. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4c3nKucdtC7eEtwY4aSLJSXzSBsTg_U-RCMPmi_nnnhzUsfUIt5zG2CZrMCu0KnbpDsp9yTU1p9Hd_MqzrhFylb0mY8QgOxzPMGViED7fRy3P2sqT0JyAWTEhguAGk1WPHwZMpoi5Pvw/s1600-h/aleppo+sabuni+035+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363902979016180114" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4c3nKucdtC7eEtwY4aSLJSXzSBsTg_U-RCMPmi_nnnhzUsfUIt5zG2CZrMCu0KnbpDsp9yTU1p9Hd_MqzrhFylb0mY8QgOxzPMGViED7fRy3P2sqT0JyAWTEhguAGk1WPHwZMpoi5Pvw/s200/aleppo+sabuni+035+r.jpg" /></a>Il sapone di Aleppo è un prodotto biodegradabile al 100%, interamente naturale. La lavorazione inizia a novembre dopo la raccolta delle olive e prosegue fino a febbraio. Nello stesso periodo si raccolgono anche le bacche dell’alloro da cui si ottiene un profumato e preziosissimo olio. In grandi calderoni l’olio di oliva viene sottoposto per giorni ad una lenta cottura, rimestato con acqua e soda. Ottenuta la pasta verde del sapone si aggiunge poi l’olio di alloro la cui quantità variabile dal 5% al 50% ne determina sia il profumo che la qualità<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnrL9YEqh5FIE3vv1dzw_PZEZR-ut6MyOojLXBkvFx5smxa1LGFEXJQfC_DEYs2ohDcoYZ8m5opGHGb7ZgMv6W3kVPqAizGxleaFeIFlzEi9eNCQTzLx0B0m9pJyL71vea_pRF8HrpW9E/s1600-h/aleppo+sapone+tarme+m+r+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; FLOAT: left; HEIGHT: 240px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363900039392419410" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnrL9YEqh5FIE3vv1dzw_PZEZR-ut6MyOojLXBkvFx5smxa1LGFEXJQfC_DEYs2ohDcoYZ8m5opGHGb7ZgMv6W3kVPqAizGxleaFeIFlzEi9eNCQTzLx0B0m9pJyL71vea_pRF8HrpW9E/s320/aleppo+sapone+tarme+m+r+.jpg" /></a>. Il sapone viene a questo punto colato e spianato in grandi superfici per terra, dove viene tagliato manualmente in piccoli pani a forma di cubo. (Dei deliziosi piccoli saponi decorati a forma di goccia o di stella sono invece efficacemente usati come antitarme). I lavoratori siedono a questo punto sui saponi stessi per stampigliarli, uno per uno, a mano, con il marchio della fabbrica a indicarne qualità e provenienza, quindi, prendendoli da terra li sovrappongono l’uno sull’altro a formare delle piccole torri verticali in cui rimangono ad essiccarsi per almeno 7-9 mesi. La stagionatura può prolungarsi anche per alcuni anni (non più di cinque ) dando luogo in questo caso ad un sapone ancora più pregiato. E’ in questa fase che il colore verde di questo sapone, per effetto dell’ossidazione all’aria, assume all’esterno un tono giallo bruno . <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSr3pViSirQz39iGJRDkp_XSyH5eaX1hfeGWlibFkbxaNRrF9KTONrHDFv3glS45h0zErSOUJWs8nMhXYlgfpxpSrzwNEKDJcddALbtc0UDGriqYFTsMZ65bRMUE_smWThGfIH_vnGSZc/s1600-h/sapone+souk+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363900377510892546" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSr3pViSirQz39iGJRDkp_XSyH5eaX1hfeGWlibFkbxaNRrF9KTONrHDFv3glS45h0zErSOUJWs8nMhXYlgfpxpSrzwNEKDJcddALbtc0UDGriqYFTsMZ65bRMUE_smWThGfIH_vnGSZc/s200/sapone+souk+r.jpg" /></a><br />Il sapone di Aleppo, nei banchi dei souk viene spesso esposto aperto, tagliato a metà, in modo da lasciar apprezzare all’interno il cuore verde d’olivo profumato di alloro che da secoli ne tramanda inalterate la fama e le virtù.<br />(<em>La Gazzetta di Istanbul</em>, a. XVII, n. 7, luglio 2009)<br /><span style="font-size:78%;color:#ffffff;">Siria, damasco, aleppo, siriac, soap, natural, olive oil, olio d'oliva, hammam, benessere, healthy, syria, travel, souk, bazar, souk, alloro, marsiglia, savoir faire, lifestyle, art de vivre, cote sud</span>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-77757204772396956552009-09-18T18:04:00.002+02:002009-12-08T10:25:17.948+01:00L'hammam delle donneQuando si è in poche è il rumore dell’acqua che accarezza più dell’umidità tiepida. L’acqua versata dalle piatte ciotole di rame sui corpi e sul marmo, l’acqua che si raccoglie nelle conche. Ma è soprattutto quella che cade con gocce distanti dalla cupola del soffitto dove si concentrano i vapori. Tutto è così lento che si ha il tempo di seguirle mentre si staccano, si allungano e cadono lasciando una piccola eco sul marmo e nella mollezza dei corpi. In questi scrigni di placenta vaporosa le donne diventano profondamente tali, al riparo dalla presenza degli uomini e a riposo da belligeranze seduttive. Noi occidentali siamo sommersi da immagini che ci restituiscono in ogni istante l’idea di un corpo femminile perfetto, giovane, integro, chiaro, riconoscibile all’infinito, senza variazioni. L’hammam racchiude invece preziosità che abbiamo dimenticato. Quando il calore e l’acqua hanno ormai reso molli le vene e la carne, si avvicinano le donne dell’hammam che trascorrono lì la loro vita a lavare altre donne, con i capelli grondanti, con i volti segnati ed i modi ruvidi del loro lavoro. <img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363916830888369362" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWRQ16mPQ3067OmHOqpx3b_K_fsW2etyIvn8aNDNM3igPkIcjpVmMJwbDJzLImLMEn_dKlr-6Y9I2qNNang99znF1bB2y-tkvC5Hb9Ku4-4NVaDEXAtN0b1wkVLy4jBY0elB8TkVCdQOs/s400/hammam+donne+m+r+.jpg" />I loro corpi seminudi sono forti, massicci e i seni grandi e stanchi. Eppure sfregano sulle schiene grandi nuvole di sapone bianco. Ma è il sapone carezzevole, non le loro mani. I loro movimenti sono lontani dall’idea delle mollezze orientali con cui ci si sdraia per la prima volta sui marmi caldi dell’hammam. Servono mani forti per lavare e sfregare e chinarsi mentre i vapori caldi levano il respiro. Si capisce la loro familiarità con i corpi nudi da come si aggirano per i vari ambienti e lavorano con le loro mutande slabbrate, inutili. Qualche volta in una pausa tra turni si riuniscono per terra in una piccola sala attigua, a ridere tra loro con risate vere e a suonare. In un hammam femminile ciò che si dischiude è il corpo della donna, di ogni donna che è venuta lì a compiere un gesto semplice, umile verso il suo corpo, cioè lavarlo. Accanto alle conche di marmo dove si raccoglie l’acqua, ci sono seni che fioriscono e altri che si allungano appassiti, ma alla fine sembra che ogni donna si riconosca nell’altra, in quello che è stato o in quello che sarà e ogni sguardo in fondo è languido e distratto.<img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363917076796313090" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicDuBRMRJsgwKTjUZJOk6NH70Dlzcq-5UoNx1UUGwAsCYJYB5cUTQbSiOmWOYJualu0Ys3WFp4tf07wRUKUofGW4XYItRFhfwX9nKfzCQL6zwZVCzIuft_zP-WZkpXYowf3HGb2wAuc7Y/s400/foto+hammam+ro+m+r.jpg" /> Lì l’immagine del corpo femminile coincide con la naturalezza delle cose della vita, con quello che succede senza grandi rimedi a fermarne il corso. Potrebbe sorprendere vedere con quanta cura qualcuna passi il sapone tra le pieghe del suo ventre provato, ma proprio in quel gesto si manifesta in tutta la sua presenza di donna, così com’è, come può essere ognuna dietro le porte chiuse, i vestiti e le faccende che portano per le strade. Ed è così anche per i corpi giovani. Anche quelli belli non sono arroganti. Ci sarebbero troppi moniti nell’hammam.<br />E poi per uno sguardo femminile tutti quei seni, con le loro forme diverse, i loro nei impertinenti, i loro frequenti strabismi, sono in fondo nient’altro che mammelle. Senza gli uomini e rese larghe e morbide dai vapori, quelle sono semplicemente mammelle. Capita, talvolta, che una madre porti con sé il suo bambino. Le donne sono lì per lavarsi. Spontaneamente il pensiero va a cosa rimarrà di queste visioni in un piccolo di quattro anni nei suoi ricordi di adulto. Forse portare nella sua vita di uomo il ricordo di una schiena femminile arcuata sotto lunghi capelli grigi un giorno potrà essergli d’aiuto, anche ad amare.<br /><a href="http://www.premionapoli.it/2008/istambul1.html">http://www.premionapoli.it/2008/istambul1.html</a><br /><span style="color:#ffffff;">premionapoli, turchia, hammam, turkey, istanbul travel, scrub, relax, spa, benessere, aromaterapia, bagno turco, turkish bath, giovanna d'angelo, massage, oil massage, essenze naturali, corpo, nudo, sapone, soap</span><br /><br />(<em>La gazzetta di Istanbul</em>, Anno XVII, n.12, dicembre 2009)medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-78158519845433151112009-09-04T10:42:00.000+02:002009-10-15T15:10:35.586+02:00Il Baglio delle gazze, un esempio di recupero artistico ed etico in Sicilia ai margini di una riserva naturale.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhijHMszowGb72TF-4xMC9JVaJrIxxuWqGN-hiHkAVifTISKrON9FCmHKEZUkKpGdgHj41sxI2ohqPr-fhrFTDdy-Gg2ryNxNCBj0kgA6Gh_PZ3_TZxrdiwJBKAw3xKrkbhJumSNoaOI/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+064.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383191915043142706" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhijHMszowGb72TF-4xMC9JVaJrIxxuWqGN-hiHkAVifTISKrON9FCmHKEZUkKpGdgHj41sxI2ohqPr-fhrFTDdy-Gg2ryNxNCBj0kgA6Gh_PZ3_TZxrdiwJBKAw3xKrkbhJumSNoaOI/s400/ceart,+baglio+delle+gazze+064.jpg" /></a> Il recupero del rudere di quest’antica casa rurale siciliana protesa sul mare del golfo di Cofano, vicino Trapani, è stato concepito dai proprietari, Paola Lo Sciuto, artista visiva e Aldo Grompone, produttore teatrale, come un’opera a cui dedicarsi con impegno affinché la storia, le pietre, il lavoro delle mani, i ricordi personali, la natura circostante lasciassero riaffiorare la vita segreta di questo luogo. Nelle stanze e fra le stanze del Baglio delle gazze, questo da sempre il nome della casa, si aprono piccoli spazi irregolari, nascosti, inaspettati, rimasti con la loro anima contadina di una vita realmente trascorsa un tempo tra questi muri. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ9BxAMQIm8fP3UermYJLU7tD8m4a8QfIfqoydFYYvfFED2u1ESh49P5Uw9s_rd0D8LObrPequVcVbAHq-taQY1rEoP_2a39_4lzw4Rri8mwMAgKP8IHWHtT-9WLqwv6pqixOZYuzOVrA/s1600-h/baglio+hammam+m+r.jpg"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBQLs7BZQqUbB7EwbvF_y4R_8JVB-SNXuVlPR57tvU48CO7ABAa0VFp-AzZWbI8gFWJj56quD9_xQmvaHS1WULFUbZwSZDo17mqF6K3Om4g5_5zCr86_P7scPF-Pbn9kjFqKZXBlXAXJw/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+063+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383193585890778882" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBQLs7BZQqUbB7EwbvF_y4R_8JVB-SNXuVlPR57tvU48CO7ABAa0VFp-AzZWbI8gFWJj56quD9_xQmvaHS1WULFUbZwSZDo17mqF6K3Om4g5_5zCr86_P7scPF-Pbn9kjFqKZXBlXAXJw/s400/ceart,+baglio+delle+gazze+063+r+m+.jpg" /></a>A ciò si sono mescolati i ricordi lontani di Paola quando da bambina si perdeva negli anfratti dell’antico convento di Erice dove viveva sua zia, Suor Stellina. Il segreto dei nascondigli infantili, i segni di altri passaggi, rilasciano il loro mistero tra le pietre di questa casa che respira tra l’alito del mare, un carrubo e il profilo appuntito del monte. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJrbDxsDpIMEcRRs3qCJvegdDKB3tWUndFUlbBC0lOr4KLUqpCC7rchlr-fTLlFvER1s_dtSmACAY0sXpV8vC5l0zZ0P5cfOg6qvhPlAbf429ljYGd2Sd5soWnLFKLum6kvOOZReQOTMg/s1600-h/baglio+hammam+2+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363898178937747458" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJrbDxsDpIMEcRRs3qCJvegdDKB3tWUndFUlbBC0lOr4KLUqpCC7rchlr-fTLlFvER1s_dtSmACAY0sXpV8vC5l0zZ0P5cfOg6qvhPlAbf429ljYGd2Sd5soWnLFKLum6kvOOZReQOTMg/s200/baglio+hammam+2+r.jpg" /></a>Qui ogni cosa è stata fatta dalle mani degli uomini, ogni mattone, ogni coppo, ogni pezzo di pietra spaccata. Così era quando ci vivevano animali e contadini e si usava quel che c’era. Paola ha posato lo sguardo oltre l’uscio, sulle sfumature cangianti della terra intorno. Ogni stanza ha pareti materne, di un colore tiepido che induce al riposo. Nient’altro che intonaco mischiato alla terra raccolta lì fuori. All’esterno i muri rosati di cocciopesto si accendono al tramonto e naturalmente tutti i cocci sono stati pestati a mano con pazienza. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2AlbQXyo3SW_4beYyOAbBlDH39dAOvgT3YpnTypU3HgreIcoPgLBiQjmCFtbVB6eGn2onKyGDurULAjTDJIC-8fF7NRky1xosoS3yDELBlx3Dd9Jt0Yo2Xx3IeL9ZeKY8xNRXz2cjpC8/s1600-h/baglio+mattone+hammam+m+r.jpg"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix5zzGS2iNmfFE3sogp6kdc3J7N2lE1mPwBOXYSimlxu8Igb3QXeB8qK5eT4MROHHBoeJld5Khl1Bx9FZQvgNjjXjdZlX6MJ_2LR8_VCTc5b41JcZgrBH026QjoachpwhjH37dWMlcHTE/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+075.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 200px; FLOAT: right; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383206715914284290" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix5zzGS2iNmfFE3sogp6kdc3J7N2lE1mPwBOXYSimlxu8Igb3QXeB8qK5eT4MROHHBoeJld5Khl1Bx9FZQvgNjjXjdZlX6MJ_2LR8_VCTc5b41JcZgrBH026QjoachpwhjH37dWMlcHTE/s200/ceart,+baglio+delle+gazze+075.jpg" /></a>Certo, la delicata bellezza di Paola non ne farebbe sospettare il lavoro tenace delle braccia e la presenza caparbia sul cantiere all’alba, prima dell’arrivo dei mastri locali. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpt-zoIvum5b96i2qzp75VCLUQp-TJ_B2GUmR1Ga13QKAMX_aGdkF3zK3uy3u46zllp936LRaMxkLzceOpS0n-dkGikCt8vf4LoPBdYxhCAud6klBmKVK_C1LgS7AH7-j5WiybLr5XaRw/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+055+r+m+.jpg"></a>Da una trave lignea intagliata proveniente da un caravanserraglio afgano ha realizzato un calco con cui ha plasmato degli splendidi mattoni che le ricordano i merletti decorativi della Chiesa Matrice di Erice. Ne ha rivestito le pareti di un incantevole, piccolo hammam in cui si è dedicata<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL402DcFCfOTMI07R_E9ZJIKQ2kJ9nxmHYbTtnrXEksAL276_cT4HmlZqqVZohV06hlPYWiA-0uDtD8_ZVmLfsWkA6V4iFZw_D3cd50jbLDGbIQJ9mXOSBbtQSEHWdNTRGU6VqLa5d4z8/s1600-h/baglio+mattone+hammam+m+r.jpg"></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG-fiITQ1g9JySr2vN1G3S_4BVaZrGLvYc-D6ys0eJaCAkaL3kLrH7brh6jvsOhFBVbiCj0IrhuletICq5HDdIS6FU719P69cy4DJYoxkqBbjTkarlPgZVLe6tFB-GK9otSYkXqxtvnYE/s1600-h/baglio+camera+m+r.jpg"></a>personalmente anche alla stesura del tadelakt, l’antica tecnica tradizionale a calce marocchina. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilEJ5c92kfBWy9pCyHre47hl7FockYXCc7bItfrJOhJ2AvR6nd2Hqt511kcehDKeV-lz2l89TbMZTwNYYE7iZHvYU9_F9WDH-Cqac9-MnsEBT3ew1aypL_unlomqdaeNcPoMNJhjjqtVE/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+055+r+m+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 240px; FLOAT: left; HEIGHT: 320px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383210776398252930" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilEJ5c92kfBWy9pCyHre47hl7FockYXCc7bItfrJOhJ2AvR6nd2Hqt511kcehDKeV-lz2l89TbMZTwNYYE7iZHvYU9_F9WDH-Cqac9-MnsEBT3ew1aypL_unlomqdaeNcPoMNJhjjqtVE/s320/ceart,+baglio+delle+gazze+055+r+m+.jpg" /></a>Uno scrigno di voluttà dalle iridescenze turchesi e violacee incastonato al centro della casa. Le camere da letto sono di una vuota eleganza monacale. L’essenzialità del bianco predomina sullo sfondo delle nuances date dalla terra alle pareti.<br />E poi il legno, ma quello in cui il tempo ha trovato la sua dimora. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQxQAGtxQLpHjQoF9IT-NOYCwQ9VjdDsmrTrACcDQG9LHMC9zRBY62KKqOPWJTTskMsx-T6-BZOLDuwfNo24HaDziqOKMvsac7P-Z6Z9l5oeuO4euJY60uXr5EOnpsTLth6zR5N5vwxys/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+072.jpg"></a>Grandi lampade di ferro e vetro pendono dal soffitto, moltissime candele chiare. Sui muri nudi non ci sono quadri, né testiere per i letti. In verità, nell’amore per il recupero (che qui è insieme dovere etico ed esercizio estetico), Paola ha strigliato la fiancata di un vecchio carretto trovato in un ovile e con corde e drappi <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQths6za6k_1tX2Zswpfk_zoHEHIZvR5J0CNNjk5nWtig7mayv9ggGA0lEdcKvSRWBwATGRrhbhrXOGCahg-jHp8Hlefl2uHaQqLcB-Y5c9GRRogZF4urDTZ9YNqcqBGLkx2kGgwJ3kY4/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+057.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 150px; FLOAT: right; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383213513002812658" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQths6za6k_1tX2Zswpfk_zoHEHIZvR5J0CNNjk5nWtig7mayv9ggGA0lEdcKvSRWBwATGRrhbhrXOGCahg-jHp8Hlefl2uHaQqLcB-Y5c9GRRogZF4urDTZ9YNqcqBGLkx2kGgwJ3kY4/s200/ceart,+baglio+delle+gazze+057.jpg" /></a>bianchi ne ha fatto un’unica testiera, umile e discreta.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf96PrLbG1xi1FI8vbxhWKk8_CMyZoAfzLt88WeYRDJ0dsTX8Q_xqZSmftBH5_MjD6r55LRRrMNGlRKsp8ZJYjB0Oe2Wb669gPtsYbTaTluZz9sjC5IOFQ068pbuqrpHPjukMGJ2cxS7U/s1600-h/baglio+testiera+m+r.jpg"></a> Sono pezzi di recupero anche le antiche mattonelle siciliane dell’Ottocento della cucina, alcune provenienti da una casa di famiglia, altre comprate al mercato delle pulci di Palermo. I vecchi lavabi in pietra vengono invece da Grecia e Turchia. Sono state riutilizzate persino le mensole dismesse di marmo intagliato che un tempo sorreggevano i balconi delle vecchie case siciliane e ne sono stati fatti solidi fianchi per un grande camino. La luce arriva dalle grandi porte che si aprono sul giardino e più in là sul mare. La cornice è quella della Riserva naturale di Monte Cofano. Il giardino è come un prolungamento di quel paesaggio, così quando le piccole piante selvatiche spontaneamente si riprendono un angolo in mezzo ai fiori, Paola le lascia crescere lì dove sono nate. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQVBBKcNMM1YqLPWKGl6DuwpHhtXAbM_U5C09CkWgzlb0WLTf_CKW7NgO15RG48jDIQu4GkkDfbpiTuMnl1p61Ro1wd01nPNDh1RfQ1w0fScRxLHpiMF1find-0kEJJKJZO4qfBAaLrmo/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+083.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383203511366236162" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQVBBKcNMM1YqLPWKGl6DuwpHhtXAbM_U5C09CkWgzlb0WLTf_CKW7NgO15RG48jDIQu4GkkDfbpiTuMnl1p61Ro1wd01nPNDh1RfQ1w0fScRxLHpiMF1find-0kEJJKJZO4qfBAaLrmo/s400/ceart,+baglio+delle+gazze+083.jpg" /></a>Per lei è vitale “riportare il selvaggio”nei luoghi ed è fondamentale conoscerlo, rispettarlo, trasmetterne il valore. Immagina che la sua casa possa diventare quasi una base di servizio per la Riserva, punto di partenza di passeggiate botaniche o di trekking, non solo per i turisti, ma soprattutto per la gente del posto, per i bambini. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwmmVy3-Ym0VGrrFi3OqORwiv11005IW_ItpfTE1C8KvdbTgAZ6PGLFMS1n33da04rp8H0QsDyh-d83PZF9xEbFBg1oujW28tYAF3FCmibuM91j1C3rur9V03SLvX8qFKfyv2BRKgpckE/s1600-h/ceart,+baglio+delle+gazze+071.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 150px; FLOAT: right; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383216403493590546" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwmmVy3-Ym0VGrrFi3OqORwiv11005IW_ItpfTE1C8KvdbTgAZ6PGLFMS1n33da04rp8H0QsDyh-d83PZF9xEbFBg1oujW28tYAF3FCmibuM91j1C3rur9V03SLvX8qFKfyv2BRKgpckE/s200/ceart,+baglio+delle+gazze+071.jpg" /></a>Questa casa, d’altra parte, è divenuta fin da subito un luogo di condivisione, come dimora di charme in cui soggiornare da aprile a novembre, ma anche come centro di incontri culturali e seminari residenziali. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMPzZOsYFKuXGp64oAwm-z0oE6SHNzm9vj9Jfs8tLvDvESIxbnu-A4dME0s8PKSFuN4z7gMbpw6o4LGgmRiQ4Agha8huUj0IJcmbk4tnI4HQF0-ID2gvNqONpw8BmTpUB21VbyRe0Fsug/s1600-h/baglio+mattonelle+cucina+m+r.jpg"></a>Trasmettere la possibilità di vivere e condividere un luogo nel mistero e nella storia delle sue tracce passate, vibrante di una natura che lentamente se ne riappropria, forte del lavoro e dell’esperienza delle mani dell’uomo, riconoscente al mare, alle rocce, alla piante selvatiche… questo è il Baglio delle gazze, il sogno realizzato di Paola, il suo sogno ancora gonfio di futuro.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1CoGELoo2Q5927e1R8n0jTlHEhC2SBWHE5YhvFwk1qMGIUsTQv8MTIV3lF-9jBmguroSTbfycNy8j_HdA9YWgRX4biF9TZXxOX91bs-ZmQ9DZh3aSuQtzhgeQznOkTjHiUXNnrPF6qAk/s1600-h/baglio+rosone+m+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; FLOAT: left; HEIGHT: 240px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363829378750675394" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1CoGELoo2Q5927e1R8n0jTlHEhC2SBWHE5YhvFwk1qMGIUsTQv8MTIV3lF-9jBmguroSTbfycNy8j_HdA9YWgRX4biF9TZXxOX91bs-ZmQ9DZh3aSuQtzhgeQznOkTjHiUXNnrPF6qAk/s320/baglio+rosone+m+r.jpg" /></a> <span style="font-size:78%;color:#ffffff;">aldo grompone, paola lo sciuto, sicilia, vacanze, visual artist, riserva naturale, monte cofano, erice, sicily, maison de charme, art de vivre, lifestyle, travel, architettura ecologica, baglio, piante spontanee, carrubo, holidays, trapani</span>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-10723068220270384662009-08-20T18:12:00.001+02:002009-12-08T10:16:56.373+01:00L'anima magica del feltro di Oyku Thurston<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghGhKqOnMF4rpAvjD1yHnK1UfvI5KmNV15HPuuMlmdloFabOsrMCXgBp-YOiFeSY18NU4K1D3krMvCzI1uc5o52aLTe-r1tHMjKWSyOJgdu0dbMk559vtzQSm7tFw-wxO5ImLhc5JVgZU/s1600-h/artichoke+2+m++r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383588395978591522" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghGhKqOnMF4rpAvjD1yHnK1UfvI5KmNV15HPuuMlmdloFabOsrMCXgBp-YOiFeSY18NU4K1D3krMvCzI1uc5o52aLTe-r1tHMjKWSyOJgdu0dbMk559vtzQSm7tFw-wxO5ImLhc5JVgZU/s400/artichoke+2+m++r.jpg" /></a> La storia di Öykü Thurston, è legata alla magia del feltro fin dalla sua infanzia, quando all’età di dieci anni in Giappone comincia ad apprenderne i segreti della lavorazione. Molti anni dopo nel 2006 apre Art.I.Choke, il suo negozio-laboratorio ad Istanbul (Çukurcuma, Faikpaşa Sokuşu, n.1 <a href="http://www.artichoke212.com/">http://www.artichoke212.com/</a>).<br />Ancora oggi, quando parla del feltro, con i suoi grandi occhi scuri, ne evoca una dimensione quasi magica. Lavora da sola nel suo atelier, con le sue fibre naturali purissime, con il sapone d’oliva e con l’acqua calda che servono per l’infeltrimento. Dice che il feltro ha un’anima, vive, respira. Rimane incantata mentre sotto le mani ne segue le morbide rughe che si vanno formando, le venature che inaspettatamente indicano il percorso di un disegno, di una forma, e senza preavvisi danno luogo a una stola o al fiore di un copricapo.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFZ1LIqTpWSIPJGhRAEh4OFx14VGoCNsSr9zKucCDETCsM9TaaOMkgPpMkWqqe6gQMdq7C3OZ459aoH0EpaWEDvk8Zol1gu6pMShqb7tiZ3-Y0s0mVp-4_VVi9DWVHgnyX_hCLqhQjS7I/s1600-h/articiocche+dettaglio+m++r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 183px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383590584245610962" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFZ1LIqTpWSIPJGhRAEh4OFx14VGoCNsSr9zKucCDETCsM9TaaOMkgPpMkWqqe6gQMdq7C3OZ459aoH0EpaWEDvk8Zol1gu6pMShqb7tiZ3-Y0s0mVp-4_VVi9DWVHgnyX_hCLqhQjS7I/s200/articiocche+dettaglio+m++r.jpg" /></a> Il feltro conferisce ai suoi capi un senso di metamorfosi che annulla i confini tra balze di seta e di lana e rende impercettibile il passaggio al lino o alla canapa in accostamenti sfumati di diversi tipi di fibre. Öykü usa anche la canapa, la soia, il bambù. L’attenzione alla qualità delle fibre è massima. La lana usata è esclusivamente australiana o inglese, la seta viene comprata in Giappone. In qualche canestro sparso nell’atelier si possono vedere delle piccole matasse di lino grezzo, o dei bozzoli di seta naturale. Anche l’attenzione per la casa è molto viva nelle creazioni di Art.i.choke (bellissimi sono i tappeti e le coperte). Öykü è un architetto che ha studiato al Fashion Institute of Design and Merchandising di Los Angeles. La sede di Art.i.choke di Çukurcuma merita senz’altro una visita anche per l’atmosfera degli ambienti. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijfHUjDv5mhLUYbe8eEgZDhXNS137r-fZ_nXB8hrr72dt3-rnn9U8_s5y77GQORNVRcDSIb4Ux_MBIuB_Jbi9mhnlpeyU2tRIONGMkcoHxOF4gaPi0SF0EZdB5LxtvmcEm0yBBxrhqbt4/s1600-h/artichoke+1+m+r.jpg"></a>Tra luminose finestre e specchi antichi, sono esposti abiti, borse, pantofole e persino alcuni piccoli saponi avvolti nel feltro come morbidi sassolini beige e bianchi.. Öykü ama ricordare quanto il feltro sia profondamente legato alle antiche tradizioni della sua terra. Un tempo, per ripararsi durante la notte, queste morbide fibre lanuginose diventavano superfici insidiose per scorpioni e sicuro rifugio per i sonni degli uomini.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTyB94ymy4AzUZGBqPynkjVTAH4Sghg1spYKnhoV2uDNEFeA_FQlrNpjRjy0eXGeQWn6Z5C7E_9IfOY4F5CUZPgNE11tv8pPOZN8By5nJENuPcxZdEtsUeN10jhzPjPqug3r8wbJ_N-oU/s1600-h/artichoke+1+m+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383596840171646098" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTyB94ymy4AzUZGBqPynkjVTAH4Sghg1spYKnhoV2uDNEFeA_FQlrNpjRjy0eXGeQWn6Z5C7E_9IfOY4F5CUZPgNE11tv8pPOZN8By5nJENuPcxZdEtsUeN10jhzPjPqug3r8wbJ_N-oU/s400/artichoke+1+m+r.jpg" /></a> Dopo millenni di storia, questa tradizione artigianale che proprio nell’Asia centrale e in Turchia si è maggiormente perfezionata, diviene, nelle sapienti mani di Öykü Thurston, una preziosa fonte d’ispirazione per un’eleganza insolita, sofisticata ed anche… ecologica.<br /><a href="http://www.premionapoli.it/2008/istambul.html">http://www.premionapoli.it/2008/istambul.html</a><br /><br /><em>(La gazzetta di Istanbul</em> Anno XVII, n.3 marzo 2009)<br /><span style="color:#ffffff;">felt, feltro, lifestyle, oyku thurston, istanbul, cukurcuma, fashion, interior design, moda, arredamento d'interni, design,viaggi, travel</span>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-72457420598314512512009-08-16T14:21:00.000+02:002009-10-15T15:11:33.540+02:00Nei villaggi berberi dell'Atlante marocchino<img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363909387610971362" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYTlJ0Gh-P_3TdvsC4aZQX9te3NjhFLJHVZnBWuqWwRMlq5NsOcNFvcpR0fPkb6lWaAhklQ0qGgx1iFyH7yztQqMa_zS7ahLhXkuCLl5xTJA5nROL1_PvyRSSDXX7xwtCDk4Wjkk2oum4/s400/marocco++170+m++r.jpg" /><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGrMYrN8bi05Gszp-y-HyivQfORVC5ZbPPIkpw-vgI6Ul3OtIc43gC3gnjxnFHvIANIsjmPv58j0LkLW7z4wRefd9OUMfnIw7bp7BIHgenfRDHnWPFqtSnYPbCFDQucrY8aEqWUWG3CEc/s1600-h/marocco+spagna+448.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5347900543724368050" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGrMYrN8bi05Gszp-y-HyivQfORVC5ZbPPIkpw-vgI6Ul3OtIc43gC3gnjxnFHvIANIsjmPv58j0LkLW7z4wRefd9OUMfnIw7bp7BIHgenfRDHnWPFqtSnYPbCFDQucrY8aEqWUWG3CEc/s200/marocco+spagna+448.jpg" /></a> Tutte le donne della cooperativa rurale di Agni N’Fed, avvolte nell’eleganza dei loro costumi, con i loro occhi scuri resi ancora più profondi dai tratti neri del kajal, erano un cerchio di mani, pietre, noci di argan, veli colorati che ci ha trascinato dentro la loro vita con un abbraccio di sguardi silenziosi e accoglienti. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNH1qEGo8AwwRu5ZveE0H3Hu7oSZEmh-vMhIVTd41ri5YQfF96cLhhAEsXgEpVxk26Lgpm1CLUEO1kR-g_ded2xYjvH7JrlSmWVvqAIayLwDgh-raGLuy-q3iodskB4f_gK1EaxfodAHc/s1600-h/marocco+spagna+397+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363910111939503586" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNH1qEGo8AwwRu5ZveE0H3Hu7oSZEmh-vMhIVTd41ri5YQfF96cLhhAEsXgEpVxk26Lgpm1CLUEO1kR-g_ded2xYjvH7JrlSmWVvqAIayLwDgh-raGLuy-q3iodskB4f_gK1EaxfodAHc/s200/marocco+spagna+397+r.jpg" /></a>Appena arrivati alla sede di M&D, l’Ong con cui siamo partiti, abbiamo conosciuto Nourdine, nato in un piccolo villaggio berbero dell’Antiatlante marocchino. E’ stato la nostra guida preziosa in quei giorni di cammino. E’ lui che ci ha accompagnati ad Agni N’Fed, poco distante da Taliouine, per visionare il primo progetto che con la nostra scelta di viaggio avevamo contribuito a finanziare. Nourdine ci considerava non turisti, ma viaggiatori. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhriZTZVfr3n6Tu-1QW81f_AVo1bZ3WEA1rrMWqcJhPYmvpcSy1G03MmM2CAxfBzlmRfb9EuSmLTHEwbKBYlOuNkpyJVdluRnkm990y9_NpnbC_fz2vm9Ry5LfbR2eUiQ9JLUvwfFBGJlQ/s1600-h/marocco+spagna+309+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; FLOAT: left; HEIGHT: 240px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363910783867979426" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhriZTZVfr3n6Tu-1QW81f_AVo1bZ3WEA1rrMWqcJhPYmvpcSy1G03MmM2CAxfBzlmRfb9EuSmLTHEwbKBYlOuNkpyJVdluRnkm990y9_NpnbC_fz2vm9Ry5LfbR2eUiQ9JLUvwfFBGJlQ/s320/marocco+spagna+309+r.jpg" /></a>Perché camminavamo a piedi, avevamo un mulo per qualche bagaglio, dell’acqua e poche arance comprate al suk del villaggio lasciatoci alle spalle. Preparava il tè accendendo piccoli fuochi al riparo di una roccia, in un deserto di grigi e ocra in cui sembrava che le capre brucassero solo pietre per sopravvivere.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2nns1fDHUyuS6uPy2MzmIKh_uA57ewpddexy9iQwLVzF2NKDMPWjie6f_lTLVJiUNMMZytlM-pOc7m71oGr1W07JuN3da0CV0RfDVzofHnO_mbNiOcu4HBA20scFnyfOTk3_X-Jt6w0/s1600-h/DSCF0077+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363910273171786674" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2nns1fDHUyuS6uPy2MzmIKh_uA57ewpddexy9iQwLVzF2NKDMPWjie6f_lTLVJiUNMMZytlM-pOc7m71oGr1W07JuN3da0CV0RfDVzofHnO_mbNiOcu4HBA20scFnyfOTk3_X-Jt6w0/s200/DSCF0077+r.jpg" /></a> Quando scorgevamo una casba con i suoi terrazzamenti verdi di mandorli e di ulivi, sapevamo che al nostro arrivo le donne avrebbero continuato a lavorare nei campi, a trasportare fasci di erbe per gli animali e che i bambini ci avrebbero sorriso da lontano. Allora ci sentivamo davvero “viaggiatori” perché la vita quotidiana del villaggio sembrava scorrere non turbata dalla nostra presenza.<br />La sera Nourdine chiedeva ad una famiglia di ospitarci per la notte e qualcuno ci cedeva dei cuscini per terra e dei tappeti dello stesso colore delle capre. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiigiTrcYcYKthLLk0VTrEMnJQFqxNUcU13gP_DxID5VxXU-hf0sHAq-BHEyE-NAVUZZd24NONPVKS25RiDnWIaT8UQbsflx4H6kddXOIw5KPGDh8b__7EPHQYnLR7tMWl_Z1LT2tq5ONg/s1600-h/marocco++313+m++r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363909899045633682" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiigiTrcYcYKthLLk0VTrEMnJQFqxNUcU13gP_DxID5VxXU-hf0sHAq-BHEyE-NAVUZZd24NONPVKS25RiDnWIaT8UQbsflx4H6kddXOIw5KPGDh8b__7EPHQYnLR7tMWl_Z1LT2tq5ONg/s400/marocco++313+m++r.jpg" /></a>Nourdine ci spiegava che i Berberi del Marocco aprono le loro case a chiunque bussi alla loro porta in amicizia. Quando in una sosta all’ombra di un marabutto sbucciava un’arancia, sistemava le scorze bene in vista per le greggi che prima o poi sarebbero arrivate al seguito di un pastore nomade. Lo faceva con una grazia della condivisione che ho visto nei gesti di molti Berberi in quei giorni.<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggni3vMsgNQLg8VevAwNQziyoY5HC9mthXrGCC2zxZAU4A5hBdvbUFyCAG_tvtKe1SZqgdfR1Kf9eW3Lim9P2ay5STiROP9V46VMeMCOEqnWmSba6YV2MvQWLgqzvIX3si2kNKcSGJPHw/s1600-h/marocco+spagna+471+r+.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 240px; FLOAT: left; HEIGHT: 320px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363910491712669794" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggni3vMsgNQLg8VevAwNQziyoY5HC9mthXrGCC2zxZAU4A5hBdvbUFyCAG_tvtKe1SZqgdfR1Kf9eW3Lim9P2ay5STiROP9V46VMeMCOEqnWmSba6YV2MvQWLgqzvIX3si2kNKcSGJPHw/s320/marocco+spagna+471+r+.jpg" /></a>Vivere con la gente dei villaggi è un privilegio possibile grazie al Turismo responsabile. Questo stile di viaggio che cerca di arginare il più possibile gli effetti spesso devastanti del turismo di massa puntando invece su criteri di equità sociale e di rispetto culturale ed ambientale, può richiedere, naturalmente, capacità di adattamento a condizioni di vita molto semplici. Ma i viaggiatori solidali ricercano un’autenticità nella loro esperienza e considerano determinante l’incontro, tramite un mediatore culturale come per noi Nourdine, con le comunità ospitanti (ong, comunità di villaggio, associazioni contadine etc.). <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglCyjc6b8ZSswh2sgUJFroP9s9joSuZ1u0VNv_pgfIFWiEqQD64K1SZIlP7cTsl2tJngNm1g0mq8FL3HyKZUXKrbwtFEaEj2z0FfQXgXUuzDoIl4UWWARVCyte4U8Spmrh3RK8MoRWrDA/s1600-h/marocco+spagna+458+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363911015155794626" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglCyjc6b8ZSswh2sgUJFroP9s9joSuZ1u0VNv_pgfIFWiEqQD64K1SZIlP7cTsl2tJngNm1g0mq8FL3HyKZUXKrbwtFEaEj2z0FfQXgXUuzDoIl4UWWARVCyte4U8Spmrh3RK8MoRWrDA/s200/marocco+spagna+458+r.jpg" /></a>Nel turismo responsabile, inoltre, buona parte degli introiti va a finanziare direttamente progetti di sviluppo nelle aree visitate e la conoscenza di tali progetti diventa parte integrante del viaggio. E poi, al rientro, un viaggio solidale continua… portando acqua nei campi, garantendo un reddito alle donne, preservando le colture tradizionali, combattendo l’analfabetismo delle aree rurali, ma soprattutto formando in loco gli attori consapevoli di uno sviluppo sostenibile. </div><div></div><div></div><div></div><div></div><div></div><div></div><div></div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8gbaiuU7wZCw-jXvnY4cAQtcXZocmzZvaQvgaJbhPNnvjXDpj284bBPlxfK1jPIADvlCJZ2oq6MmVyViMHAumdRSK9XUJ9i5iQodksn-FAVhha_0P6WFoDG-qoqLY-bOFc_CnMT4HIU/s1600-h/marocco+spagna+519+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363911249038052914" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8gbaiuU7wZCw-jXvnY4cAQtcXZocmzZvaQvgaJbhPNnvjXDpj284bBPlxfK1jPIADvlCJZ2oq6MmVyViMHAumdRSK9XUJ9i5iQodksn-FAVhha_0P6WFoDG-qoqLY-bOFc_CnMT4HIU/s200/marocco+spagna+519+r.jpg" /></a></div><div>L'OLIO DI ARGAN</div><div>L’argan (argania spinosa) è un antichissimo albero endemico del sud ovest del Marocco dai cui frutti, delle piccole noci di colore giallo intenso, si ricava un prezioso olio. Le foreste di argan marocchine sono state classificate dall’UNESCO “riserva della biosfera” e, nel 2001, presidio Slow Food. L’argan è al centro della vita dei villaggi di quest’area: le foglie e la polpa delle bacche sono nutrimento per le capre che si arrampicano in cima ai rami e dalle noci le donne ricavano da millenni, attraverso una laboriosissima lavorazione con pietre e piccole macine, un olio usato sia per scopi cosmetici che alimentari (in questo caso i semi vengono tostati). <div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlUbAI9wJmFCZvFk_FKXoV2zgydCVx7w2Z8RH6ELv3EDhyaCqptfCYQ2jNH-51_LZ5wvJHQRpEmFh2OSGOAGQNmHDQyN-ksAjo97UOYyy-KlzEt_yDr5OMA0yRYkoqnNJMq3vaXf9WhTw/s1600-h/marocco+spagna+466+r.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363911487564782066" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlUbAI9wJmFCZvFk_FKXoV2zgydCVx7w2Z8RH6ELv3EDhyaCqptfCYQ2jNH-51_LZ5wvJHQRpEmFh2OSGOAGQNmHDQyN-ksAjo97UOYyy-KlzEt_yDr5OMA0yRYkoqnNJMq3vaXf9WhTw/s200/marocco+spagna+466+r.jpg" /></a></div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlUbAI9wJmFCZvFk_FKXoV2zgydCVx7w2Z8RH6ELv3EDhyaCqptfCYQ2jNH-51_LZ5wvJHQRpEmFh2OSGOAGQNmHDQyN-ksAjo97UOYyy-KlzEt_yDr5OMA0yRYkoqnNJMq3vaXf9WhTw/s1600-h/marocco+spagna+466+r.jpg"></a></div>L’olio di argan ha eccezionali proprietà antiossidanti, emollienti, idratanti e lenitive ed è ricchissimo di vitamina E. Con l’olio di argan e le mandorle si prepara l’amlou che assieme al pane e al tè viene offerto nei villaggi berberi come segno di benvenuto.</div><div>(<em>E'lifestyle</em>, a. III, n. 9, pp. 60-63)</div><div><a href="http://issuu.com/elifestyle/docs/summer09">http://issuu.com/elifestyle/docs/summer09</a> (pag. 60)</div><div><span style="font-size:78%;color:#ffffff;">villaggi berberi, trekking marocco, morocco, marrakesh, kasba, casba, souk, suk, bazar, olio di argan, argan oil, huiled'argan, arganiere, zellig, cultura berbera, produzione zafferano, migration et development, èlifestyle, travel, holidays, viaggi, avventura, antiatlante, atlante marocchino, turismo responsabile, turismo solidale, viaggi solidali, rural journey, trekking morocco, maroc berbere, art de vivre, cooperativa femminile, safran maroc, amlou, giovanna d'angelo, meduse, appartamento del gelsomino b&b</span></div>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-73059882612099254742009-06-16T14:30:00.001+02:002009-08-26T17:40:45.396+02:00Nascondigli d'autunno ( Mine Kerse Istanbul )<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgELRDdDbaz3DxweMpStsuSN879g0EtjYVcXoe0TEhcOaMWtJe_i_0szcFJi8e30ghIzFvJBe6bwVvRcHJcNca_1-ooDP7_XqcmDyVBgZplUhm44VWdnkUxjnJkNly59URFJcrXYaKBilU/s1600-h/01.+mine+kerse+m+r.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363906879949084274" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgELRDdDbaz3DxweMpStsuSN879g0EtjYVcXoe0TEhcOaMWtJe_i_0szcFJi8e30ghIzFvJBe6bwVvRcHJcNca_1-ooDP7_XqcmDyVBgZplUhm44VWdnkUxjnJkNly59URFJcrXYaKBilU/s400/01.+mine+kerse+m+r.jpg" border="0" /></a> Çukurcuma è uno dei quartieri più affascinanti di Beyoğlu di Istanbul, con le sue piccole strade traboccanti di oggetti di brocanterie esposti dagli antiquari, antichi hammam, gallerie d’arte e atelier di giovani artisti-designer: tutto concorre a creare un’atmosfera unica, bohémienne e raffinata. Appena imboccata Faik Paşa Sokak, uno dei primi piccoli negozi dinanzi alle cui vetrine si rimane affascinati è quello di Mine Kerse (Faik Paşa Sk. no. 1/a, tel: 0212 2493561). Da dietro i vetri si vedono i suoi cappelli, le sue borse, le scarpe, esposti con molta grazia e discrezione accanto a vecchi scrigni pieni di foglie gialle e brune e a delicati piccoli bouquet di fiori secchi. L’atmosfera è piena di beige, di nuances dai crema al marrone, dai grigi chiari ai verdi appena accennati. La stessa eleganza timida dei rami e delle foglie accartocciate che decorano la bottega. Mine crea i suoi modelli nell’atelier al piano superiore a cui si accede con una scaletta di ferro e lì, tra le stoffe ci sono altre foglie, altri piccoli steli di piante raccolte.<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRDT9V67a1O1wGO0pAKQ6pGMNg9R-7efi-YMUxgF9fo4o1q6dyED9Os5C5UiZcaqgwAvUnVbtF-D_1lziXHB_Wix4Rg41gwhPWPs8IW3S49_f9XmY4xLD8XGTtFarc-NDa-dSMWiwdY9s/s1600-h/DSCF0448.JPG"></a>L’incantevole musica con cui lavora, mi dice, è senza parole perché non vuole distogliersi dal suo lavoro: anche la musica sembra avere le stesse avvolgenti tonalità ovattate del resto dell’ambiente. Ci sono dei vecchi manichini da sarto nel negozio. Mine li ha trovati da <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtJ6DfxtqxWvGtlkM8ibKevQojXjEaXjFZ0uTuVAMCEah1Z-SxA_GCFqIk03VvFZ9q0ch-I0wLsH9dw744xq4KavtZ4RSxLQdA2yMtOOiYbf8NZRzif9elk4-23z4-bx3dM6PtIWVwAHw/s1600-h/sokollu+moschea+istanbul+autunno+r.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363904913392406946" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtJ6DfxtqxWvGtlkM8ibKevQojXjEaXjFZ0uTuVAMCEah1Z-SxA_GCFqIk03VvFZ9q0ch-I0wLsH9dw744xq4KavtZ4RSxLQdA2yMtOOiYbf8NZRzif9elk4-23z4-bx3dM6PtIWVwAHw/s320/sokollu+moschea+istanbul+autunno+r.jpg" border="0" /></a>uno dei tanti piccoli antiquari di Faik Paşa, proprio fuori dalla porta della sua bottega. Sono oggetti a lei familiari fin da quando era bambina, fin da quando osservava incantata il lavoro di sua madre che cuciva abiti da sposa e di sua nonna che realizzava busti e corsetti. Un richiamo simbolico di continuità con questo passato familiare rimane ancora visibile in ognuna delle sue borse in cui vengono usate come manici, tracolle o decori le stesse corde che giravano nelle ruote delle vecchie macchine da cucire Singer. Mine ha ereditato una tradizione antica, preziosi saperi artigiani che, dopo un apprendistato e una collaborazione con il fashion designer turco Ümit Ünal, ha poi unito, nel suo atelier, ad una grande capacità creativa e ad uno stile riconoscibile e molto raffinato. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjXp_vcjdUe1EMMx1eCe_WKoQ1ecX-qJVpamZAVICGp8nSvu2Q3TyQp-BX1wXGfzBWho_UgYzniMiMnujLFJiP16Ze06j45kDbinSrmgMZ398jwNKlgVQIhUa839aunh3mnTSCq2C78qw/s1600-h/nine+kerse+038+m+r+.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363904360867536498" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjXp_vcjdUe1EMMx1eCe_WKoQ1ecX-qJVpamZAVICGp8nSvu2Q3TyQp-BX1wXGfzBWho_UgYzniMiMnujLFJiP16Ze06j45kDbinSrmgMZ398jwNKlgVQIhUa839aunh3mnTSCq2C78qw/s200/nine+kerse+038+m+r+.jpg" border="0" /></a><br />Le luci sono basse ed è come se ogni cosa rimanesse un po’ nascosta.<br />I suoi cappelli hanno delle grandi virgole di stoffa su un lato, come a coprire parte del viso. Mi spiega che la sensazione che li anima è quella che potrebbe provare una bambina che vuole guardare il mondo curiosa, ma di nascosto, senza farsi vedere. E’ per questo che Mine ama l’autunno e ne trasfonde i toni nelle sue creazioni. L’autunno è per lei qualcosa di protettivo, un nascondiglio rassicurante: anche il sole, come quella bambina immaginata dietro ai suoi cappelli, può nascondersi, a volte, tra le nuvole. L’estate è una bugia, mi dice. C’è un capello di un celeste chiaro ma polveroso che ha i colori di un cielo autunnale.<br />In futuro Mine pensa di incrementare la realizzazione di scarpe (semplici modelli dai toni neutri, delicatissimi). Ribaltando, infatti, la comune visione che attribuisce un’indiscussa centralità all’abito, per lei le scarpe o le borse non devono essere considerate “accessori”, ma veri protagonisti del vestire a cui è piuttosto il resto che deve adattarsi. Mine fa notare che una donna quando esce di casa si cambia spesso d’abito, ma non svuota la sua borsa ogni volta.<br /><p><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5363906564096562594" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMPFok7HouNoYUNkrsbg0cwMV-VRGAbgbakJDIvL0j0sKXmiwG0U8FuUmS3G6ZKRiXxUsRmhG6IqbiltNpUzV5WwiW8ztP4uAplDLzyn0PJ_e_aWmIb9rWd-bwNc58_Y6FB3a5vJeZX-4/s320/02.+mine+kerse+m+r.jpg" border="0" /><br />Nella sua ispirazione non ci sono richiami consapevoli a determinati stili o a periodi della storia dell’arte. Se però deve immaginare un’eco lontana per i suoi modelli, forse ritrova in essi qualcosa di medioevale. E’ una suggestione perfetta per le sue creazioni e trova riscontro in un’eleganza che non pretende di mostrarsi, ma che aspetta di farsi scoprire. Davanti alla sua bottega non c’è insegna, le sue clienti l’hanno conosciuta passando per caso per Faik Paşa o attraverso il passaparola. Quando le chiedo chi siano le sue clienti mi risponde che sono donne di tutte le età che si riconoscono in un preciso gusto e che, soprattutto, non pretendono di apparire a tutti i costi. Una lezione di vera eleganza…</p><p>(<em>La Gazzetta di Istanbul</em>, a. XVII, n. 1, gennaio 2009)<br /><br /></p>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7375271593496482534.post-21314986364519327602008-08-06T21:19:00.007+02:002009-09-20T19:41:56.905+02:00Una casa in viaggio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg31uigy8Wh9P2YtNU3UaNp8LcHidjrwgdhJOX0hwHZIiUEFuThAi6fOjbCeRAnT4qCZqCYVWtLVnc-1UWHQgbOAxHuxd_5XXeCYU_tlbtrl2OMou_5SQUY4jGjsEu9PuQAnHZLLJ3qz2s/s1600-h/DSCF0019[1].JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377246516503040386" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 150px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg31uigy8Wh9P2YtNU3UaNp8LcHidjrwgdhJOX0hwHZIiUEFuThAi6fOjbCeRAnT4qCZqCYVWtLVnc-1UWHQgbOAxHuxd_5XXeCYU_tlbtrl2OMou_5SQUY4jGjsEu9PuQAnHZLLJ3qz2s/s200/DSCF0019%5B1%5D.JPG" border="0" /></a> <em>Per iniziare la nostra conversazione vorrei sapere, innanzitutto, se ritieni che la tua casa rispecchi il tuo modo di essere e in che senso.</em><br />Sì, penso di sì, nel senso che sento molto la mia casa come qualcosa in divenire e questo rispecchia il mio stato d’animo attuale… sto attraversando una fase di rielaborazione della mia vita passata e questo, un po’ per caso, un po’ per scelta, si ritrova nella mia abitazione. Ci sono tante cose, piccole e grandi, che lo testimoniano, a partire dai pavimenti siciliani dei primi del ‘900, scheggiati, usati, che conservano il segno visibile della presenza di altri passi e di altre vite. Lo stesso si può dire per l’arredamento, fatto di oggetti che hanno già avuto una loro vita… una vita che a un certo punto ha incrociato la mia. E’ stato un incontro a metà strada, un accoglierci vicendevolmente. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTapgpS425ba3tKe7UxIkxcg0PLB02o8t8cLkU5LQQm1cxBjtgJ547qWII6Bw4Jft-gPsEkMBV3Ze1QkTTrzgbQ6-qrnQgl7hOrAWUjcFNESvOtfZAE1dSVxNhSXhIraUAdSN5Bsa-Ii4/s1600-h/piatto+afgano+r+m[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377243982129546434" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 150px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTapgpS425ba3tKe7UxIkxcg0PLB02o8t8cLkU5LQQm1cxBjtgJ547qWII6Bw4Jft-gPsEkMBV3Ze1QkTTrzgbQ6-qrnQgl7hOrAWUjcFNESvOtfZAE1dSVxNhSXhIraUAdSN5Bsa-Ii4/s200/piatto+afgano+r+m%5B1%5D.jpg" border="0" /></a>Ogni mobile, ogni oggetto, reca con sé qualcosa che è già stato e che dà un’anima alla casa… e questo è quello che sento anch’io rispetto al mio passato. I vasi sono scheggiati, come me hanno le loro ferite. In realtà questa casa è un viaggio cominciato da un ritorno, il ritorno nella mia città natale. E’ un camminare insieme a questi oggetti, al tepore che essi emanano, andare avanti percorrendo insieme un pezzo di strada…<br /><br /><em>Questo significa che non consideri questa casa, con il suo arredamento, un punto di arrivo, qualcosa di definitivo, e che dunque non escludi la possibilità di modificarla in futuro, anche radicalmente.</em> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpie0rtyD-9UU9Gb-XUr1THr_oJjIxVowggvhweK16_hIxSZHUBWMpzk33LvfDMfkSQjB6Gn0RRCQ3D8r9xFU4ADrtQmqOPZfCrDssIrzntA1W6gZoUN0-yobNQLMsBtSA-ek88dbGGHw/s1600-h/prospettiva+camera+da+pranzo+r+m+[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377244252679838194" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 150px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpie0rtyD-9UU9Gb-XUr1THr_oJjIxVowggvhweK16_hIxSZHUBWMpzk33LvfDMfkSQjB6Gn0RRCQ3D8r9xFU4ADrtQmqOPZfCrDssIrzntA1W6gZoUN0-yobNQLMsBtSA-ek88dbGGHw/s200/prospettiva+camera+da+pranzo+r+m+%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br />Assolutamente, come ho detto il carattere principale della mia casa è di essere qualcosa in divenire e che dunque può cambiare continuamente.. è così che avverto adesso la mia vita, il mio stesso modo di essere…<br /><br /><em>In ogni caso, al di là dell’occasionalità con cui questi mobili sono arrivati fin qui a me sembra che essi abbiano un carattere stilistico abbastanza unitario. In questo forse hanno agito anche i tuoi studi storico-artistici?</em><br />Be’.. in parte è vero, ma non c’è un’intenzionalità in questo senso, intendo un criterio di intenzionalità estetica ben definito. Senz’altro però la mia formazione nel campo della storia dell’arte agisce come un sostrato che ogni tanto riemerge.<br /><br /><em><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDzGXR0HGEv98wtlALA2QrezKQna46ZbvMSNyk7Mwg0vogKKqbQQFuzw2hhKIdZXqbWD2zSM5buigWzd6cdjoWqMirqc0GINwe3GDfX_v4ipMyT5dg-W44Z0FH45WbUf3sNML8_hwEZZw/s1600-h/mazzo+fiori[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377245084653863426" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 194px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDzGXR0HGEv98wtlALA2QrezKQna46ZbvMSNyk7Mwg0vogKKqbQQFuzw2hhKIdZXqbWD2zSM5buigWzd6cdjoWqMirqc0GINwe3GDfX_v4ipMyT5dg-W44Z0FH45WbUf3sNML8_hwEZZw/s320/mazzo+fiori%5B1%5D.jpg" border="0" /></a>Io noto il prevalere di un certo gusto per le forme lineari d’inizio ‘900</em><br />Sì, forme liberty e déco, ma molto discrete. Sono state scelte non solo per un mio personale gusto estetico, ma anche perché si adattassero al tipo di casa che le ospita, che è appunto d’inizio secolo. Volevo che gli oggetti si trovassero in un ambiente consono, si sentissero in un certo senso “a casa” anche loro. Ho messo una particolare cura nella scelta del letto, un liberty siciliano appunto, perché amo molto questo stile. E’ uno dei mobili che più ho voluto. E’ molto decorato, con intarsi di madreperla. A partire da esso ho concepito anche il resto dell’arredamento intorno. In realtà tutti gli oggetti e i mobili che entrano in casa creano tra loro delle corrispondenze. Ad esempio, la stampa appesa accanto al letto è una Salomè, uno dei soggetti preferiti dell’Art Nouveau. Non è antica, ma è stata scelta da me e dal mio compagno appositamente. Le decorazioni floreali del letto, anche se siciliane, costituiscono un richiamo esotico e quindi attorno sono venuti a prendere posto oggetti che in qualche modo instaurano un dialogo con esse. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIEt5B2wwlS5DNVEpmIEoFiO0NyATeeoCyYxbHVJrrGdDjT1jvQVFwroKY91PhEaOm2OrQqcdWzwjMhtwipBhY4F6brqyVE8nX4k3HHKDpPHFzGTyXXqrU1_pdpsGcTzxqibwX-83XOp4/s1600-h/vaso+rose+biancorosa+r+m+[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377245745972135026" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 166px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIEt5B2wwlS5DNVEpmIEoFiO0NyATeeoCyYxbHVJrrGdDjT1jvQVFwroKY91PhEaOm2OrQqcdWzwjMhtwipBhY4F6brqyVE8nX4k3HHKDpPHFzGTyXXqrU1_pdpsGcTzxqibwX-83XOp4/s200/vaso+rose+biancorosa+r+m+%5B1%5D.jpg" border="0" /></a>Questo vale per il mobiletto di legno scuro, anch’esso siciliano d’inizio secolo, ma che nelle sue linee si avvicina al gusto coloniale dei paesi asiatici, come per gli oggetti poggiati su di esso: una scatola nera portacipria alla quale sono molto affezionata perché donatami da mia madre che a sua volta l’ha ricevuta da sua nonna, e che reca incise figure di donne d’aspetto orientale, e poi una vecchia scatola armena acquistata ad Istanbul.<br /><br /><em>Se tu dovessi attribuire degli aggettivi alla tua casa che ne indicassero la “sicilianità” quali useresti?</em><br />Il primo aggettivo che userei e che si identifica molto con la Sicilia è, come ho detto, l’accoglienza, la storia dei siciliani è fondata sull’accoglienza. Per esempio ne Il Gattopardo, che è un po’ la Bibbia della “sicilianità”, si parla della Sicilia come terra che ha accolto i popoli nel tempo. Questo è quello che si avverte nella casa, ciò che avvertono gli amici e gli ospiti che vi entrano. La sensazione è quella di un abbraccio, che poi, se vogliamo dare un senso animistico al nostro discorso, è quella stessa sensazione che gli oggetti “provano” nel momento in cui si sentono accolti. Un altro aspetto che richiama fortemente la Sicilia è la presenza costante della luce che in qualche modo esalta i colori della casa stessa, dai pavimenti alle pareti.<br /><br /><br /><p><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377246698319958258" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzjriuY_JUsZZsQJcIqksotRblsO7uGNvh3UDMWqr7iXB9Mr3vekmm8xN2aN2XN404oVNxyNOdAOpRa5dtjhKHLtfcJ8zeoc3OPExJQU4NXleVNFf2QZSxterFdzIa7tRaU1t8jmtX74w/s400/bicchieri+composizioni+r+m+%5B1%5D.jpg" border="0" /> <em>E poi della Sicilia nella tua casa ci sono le piante ed i fiori…<br /></em>Sì, questo ha origini molto lontane. Fin da bambina io ho fantasticato, nuotandovi con la fantasia, fra le infinite figure che si scorgono tra le tessiture di petali, foglie, fiori. E’ quasi un legame magico che ho con i fiori e che è rimasto nel tempo ed è passato alla casa. Fiori raccolti per strada o nei campi. A seconda della stagione possono essere dei cardi viola o gialli o le infiorescenze dei finocchi selvatici di cui è piena la campagna siciliana. Molto spesso sono solo delle foglie o dei rami secchi che però assumono forme in sé perfette esteticamente. In realtà questa casa senza fiori è come se perdesse una parte della sua anima… amo i fiori delicati e minuti, bianchi, raccolti durante le passeggiate e messi in piccoli bicchieri di vetro… raggiungono una sorta di magica compiutezza, di perfezione.<br /><br /><em>Da quanto hai detto finora mi sembra che il tuo modo di vivere questa casa scaturisca da una tensione costante tra l’abitare e il viaggiare. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghFcrH6WcAIH5tJnPTxP_ma4NdcII8YSJsrj05NbWqZmIWawAO7tnoQI2PGpCyvT0zZy9grB1czoOsNvd5uC5bC5tl5k5dC1zwP8Hy9Hajn5tlktrthAE_MT5IRyGV4y3KeH__1AWrGEY/s1600-h/cassa+verde+susani+r+m+[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377247265267597506" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 188px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghFcrH6WcAIH5tJnPTxP_ma4NdcII8YSJsrj05NbWqZmIWawAO7tnoQI2PGpCyvT0zZy9grB1czoOsNvd5uC5bC5tl5k5dC1zwP8Hy9Hajn5tlktrthAE_MT5IRyGV4y3KeH__1AWrGEY/s320/cassa+verde+susani+r+m+%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /></em>Sicuramente. C’è una corrispondenza tra quello che mi interessa fare nel mio futuro, cioè viaggiare, e questa casa, che vedo un po’ come una casa-sosta… come un intervallo nel movimento. Tutte le cose che porto al mio ritorno sono sì ricordi di luoghi, persone, incontri, ma al contempo vivono dentro me come una grande tensione verso il futuro, uno sprone a farmi conoscere altro ed altri… in realtà tutto ciò che è in questa casa è frutto di un incontro. Ad esempio, l’unica foto che finora ho appeso alle pareti è quella di una bambina turca scattata in Cappadocia dal mio compagno. E’ una foto alla quale sono molto legata e il guardarla ogni giorno non è soltanto rinnovare quel passaggio della mia vita, ma in sé racchiude la possibilità di incrociare altri occhi di bambini, per altre strade. Credo che la prossima foto che entrerà in casa sarà quella di due bambine di un villaggio berbero in Marocco. E’ un immagine che in qualche modo stabilisce un contatto con l’altra fotografia, c’è un filo che lega l’una all’altra.<br /><br /><em><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjweEnVgZRAmPA1pBjRe6IBHFBqbGAPKJTNb-T0SWWRWPYUU8-Sp-rkdk_HBtLbD53MwkZg07lodMEFE8O7B0dXuTXtoUDzc4cSM71LWeqhCk1rUR590-YBv4Us8OmisHRefyaoAqBlD3E/s1600-h/angolo[1].jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5376838953841168978" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 150px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjweEnVgZRAmPA1pBjRe6IBHFBqbGAPKJTNb-T0SWWRWPYUU8-Sp-rkdk_HBtLbD53MwkZg07lodMEFE8O7B0dXuTXtoUDzc4cSM71LWeqhCk1rUR590-YBv4Us8OmisHRefyaoAqBlD3E/s200/angolo%5B1%5D.jpg" border="0" /></a>Per concludere vorrei che mi parlassi del piccolo appartamento contiguo al tuo, una sorta di dependance allo stesso tempo interna, perché parte della casa alla quale è collegata da un terrazzino fiorito, ma anche esterna, perché destinata ad accogliere ospiti di vario genere.</em><br />Questa casetta si caratterizza soprattutto per la sua grande luminosità, per i colori vivaci. E’ molto mediterranea e si distingue da quella in cui vivo. L’idea è sempre quella di un’apertura verso l’esterno. Questo significa che è sempre disponibile per gli amici che vengono a trovarmi ed è concepita in modo tale che in un futuro prossimo possa diventare anche un Bed & Breakfast con tutti i confort, compresi i due terrazzi a disposizione dei clienti per fare colazione, cenare, prendere il sole. In realtà ho già fatto le prove generali accogliendo vari ospiti provenienti da paesi diversi e dai messaggi che hanno lasciato pare che questa casetta riesca a trasferire una sua energia, un senso di serenità.<br /><br /><em>Alfredo Nicastri</em><br />Fes - Amsterdam, luglio 2007<br /><br /><a href="http://appartamentodelgelsominobb.blogspot.com/search/label/sulla%20casa%20-%20about%20the%20house">http://appartamentodelgelsominobb.blogspot.com/search/label/sulla%20casa%20-%20about%20the%20house</a> </p><p><span style="font-size:78%;color:#ffffff;">arredamento, appartamento del gelsomino, vacanze, trapani, travel sicily, sicilia, erice, mozia, liberty, san vito lo capo, favignana, egadi, bed and breakfast, casa vacanze, home holidays, rent apartment, interior design, lifestyle, art de vivre, cote sud, mediterraneo, viaggi, alfredo nicastri, giovanna d'angelo, terrace, flowers, terrazzo, colazione in terrazzo, decorazioi floreali, gattopardo, flower design, casa in viaggio, ospitalità turistica</span></p>medusehttp://www.blogger.com/profile/02761658728106098061noreply@blogger.com0