domenica 20 settembre 2009

Il cuore verde di Aleppo ( sul sapone di Aleppo )

Giunti ad Aleppo, uno dei piaceri della sosta in questa città millenaria è andare alla ricerca nei suoi leggendari souk del famoso sapone profumato d’alloro. L’origine della produzione del sapone d’Aleppo si perde davvero nella notte dei tempi, ma è intorno al IX sec. che se ne conosce, attraverso lo slancio dei commerci arabi, una prima grande diffusione in ambito mediterraneo. Approda anche nel sud della Francia e a Marsiglia se ne farà una versione che prevede però l’utilizzo del solo olio d’oliva.
Il rituale della lavorazione del sapone d’Aleppo si perpetua immutato ancora oggi da molti secoli.
Si ottiene unicamente da quattro ingredienti naturali: l’olio proveniente dagli estesi e floridi uliveti siriani, acqua, soda e olio di bacche di alloro raccolte nella regione intorno ad Aleppo. Nessun additivo aggiunto, nessun profumo o colorante artificiale. Il sapone di Aleppo è un prodotto biodegradabile al 100%, interamente naturale. La lavorazione inizia a novembre dopo la raccolta delle olive e prosegue fino a febbraio. Nello stesso periodo si raccolgono anche le bacche dell’alloro da cui si ottiene un profumato e preziosissimo olio. In grandi calderoni l’olio di oliva viene sottoposto per giorni ad una lenta cottura, rimestato con acqua e soda. Ottenuta la pasta verde del sapone si aggiunge poi l’olio di alloro la cui quantità variabile dal 5% al 50% ne determina sia il profumo che la qualità. Il sapone viene a questo punto colato e spianato in grandi superfici per terra, dove viene tagliato manualmente in piccoli pani a forma di cubo. (Dei deliziosi piccoli saponi decorati a forma di goccia o di stella sono invece efficacemente usati come antitarme). I lavoratori siedono a questo punto sui saponi stessi per stampigliarli, uno per uno, a mano, con il marchio della fabbrica a indicarne qualità e provenienza, quindi, prendendoli da terra li sovrappongono l’uno sull’altro a formare delle piccole torri verticali in cui rimangono ad essiccarsi per almeno 7-9 mesi. La stagionatura può prolungarsi anche per alcuni anni (non più di cinque ) dando luogo in questo caso ad un sapone ancora più pregiato. E’ in questa fase che il colore verde di questo sapone, per effetto dell’ossidazione all’aria, assume all’esterno un tono giallo bruno .
Il sapone di Aleppo, nei banchi dei souk viene spesso esposto aperto, tagliato a metà, in modo da lasciar apprezzare all’interno il cuore verde d’olivo profumato di alloro che da secoli ne tramanda inalterate la fama e le virtù.
(La Gazzetta di Istanbul, a. XVII, n. 7, luglio 2009)
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