venerdì 4 settembre 2009

Il Baglio delle gazze, un esempio di recupero artistico ed etico in Sicilia ai margini di una riserva naturale.

Il recupero del rudere di quest’antica casa rurale siciliana protesa sul mare del golfo di Cofano, vicino Trapani, è stato concepito dai proprietari, Paola Lo Sciuto, artista visiva e Aldo Grompone, produttore teatrale, come un’opera a cui dedicarsi con impegno affinché la storia, le pietre, il lavoro delle mani, i ricordi personali, la natura circostante lasciassero riaffiorare la vita segreta di questo luogo. Nelle stanze e fra le stanze del Baglio delle gazze, questo da sempre il nome della casa, si aprono piccoli spazi irregolari, nascosti, inaspettati, rimasti con la loro anima contadina di una vita realmente trascorsa un tempo tra questi muri. A ciò si sono mescolati i ricordi lontani di Paola quando da bambina si perdeva negli anfratti dell’antico convento di Erice dove viveva sua zia, Suor Stellina. Il segreto dei nascondigli infantili, i segni di altri passaggi, rilasciano il loro mistero tra le pietre di questa casa che respira tra l’alito del mare, un carrubo e il profilo appuntito del monte. Qui ogni cosa è stata fatta dalle mani degli uomini, ogni mattone, ogni coppo, ogni pezzo di pietra spaccata. Così era quando ci vivevano animali e contadini e si usava quel che c’era. Paola ha posato lo sguardo oltre l’uscio, sulle sfumature cangianti della terra intorno. Ogni stanza ha pareti materne, di un colore tiepido che induce al riposo. Nient’altro che intonaco mischiato alla terra raccolta lì fuori. All’esterno i muri rosati di cocciopesto si accendono al tramonto e naturalmente tutti i cocci sono stati pestati a mano con pazienza. Certo, la delicata bellezza di Paola non ne farebbe sospettare il lavoro tenace delle braccia e la presenza caparbia sul cantiere all’alba, prima dell’arrivo dei mastri locali. Da una trave lignea intagliata proveniente da un caravanserraglio afgano ha realizzato un calco con cui ha plasmato degli splendidi mattoni che le ricordano i merletti decorativi della Chiesa Matrice di Erice. Ne ha rivestito le pareti di un incantevole, piccolo hammam in cui si è dedicata personalmente anche alla stesura del tadelakt, l’antica tecnica tradizionale a calce marocchina. Uno scrigno di voluttà dalle iridescenze turchesi e violacee incastonato al centro della casa. Le camere da letto sono di una vuota eleganza monacale. L’essenzialità del bianco predomina sullo sfondo delle nuances date dalla terra alle pareti.
E poi il legno, ma quello in cui il tempo ha trovato la sua dimora. Grandi lampade di ferro e vetro pendono dal soffitto, moltissime candele chiare. Sui muri nudi non ci sono quadri, né testiere per i letti. In verità, nell’amore per il recupero (che qui è insieme dovere etico ed esercizio estetico), Paola ha strigliato la fiancata di un vecchio carretto trovato in un ovile e con corde e drappi bianchi ne ha fatto un’unica testiera, umile e discreta. Sono pezzi di recupero anche le antiche mattonelle siciliane dell’Ottocento della cucina, alcune provenienti da una casa di famiglia, altre comprate al mercato delle pulci di Palermo. I vecchi lavabi in pietra vengono invece da Grecia e Turchia. Sono state riutilizzate persino le mensole dismesse di marmo intagliato che un tempo sorreggevano i balconi delle vecchie case siciliane e ne sono stati fatti solidi fianchi per un grande camino. La luce arriva dalle grandi porte che si aprono sul giardino e più in là sul mare. La cornice è quella della Riserva naturale di Monte Cofano. Il giardino è come un prolungamento di quel paesaggio, così quando le piccole piante selvatiche spontaneamente si riprendono un angolo in mezzo ai fiori, Paola le lascia crescere lì dove sono nate. Per lei è vitale “riportare il selvaggio”nei luoghi ed è fondamentale conoscerlo, rispettarlo, trasmetterne il valore. Immagina che la sua casa possa diventare quasi una base di servizio per la Riserva, punto di partenza di passeggiate botaniche o di trekking, non solo per i turisti, ma soprattutto per la gente del posto, per i bambini. Questa casa, d’altra parte, è divenuta fin da subito un luogo di condivisione, come dimora di charme in cui soggiornare da aprile a novembre, ma anche come centro di incontri culturali e seminari residenziali. Trasmettere la possibilità di vivere e condividere un luogo nel mistero e nella storia delle sue tracce passate, vibrante di una natura che lentamente se ne riappropria, forte del lavoro e dell’esperienza delle mani dell’uomo, riconoscente al mare, alle rocce, alla piante selvatiche… questo è il Baglio delle gazze, il sogno realizzato di Paola, il suo sogno ancora gonfio di futuro. aldo grompone, paola lo sciuto, sicilia, vacanze, visual artist, riserva naturale, monte cofano, erice, sicily, maison de charme, art de vivre, lifestyle, travel, architettura ecologica, baglio, piante spontanee, carrubo, holidays, trapani

1 commento:

  1. posto incantevole e interresante, sono interessato a fare un soggiorno come vi posso contattare.
    volante.79@hotmail.it

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